Inizieranno domani mattina gli interrogatori di garanzia per tre dei dieci indagati raggiunti da una misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta della Dda guidata da Nicola Gratteri, nome in codice Coccodrillo. Compariranno davanti al gip firmatario dell’ordinanza gli imprenditori catanzaresi Antonio Lobello, agli arresti domiciliari, difeso dagli avvocati Enzo De Caro e Armodio Migali, Giuseppe Lobello, destinatario di una misura cautelare in carcere, assistito dagli avvocati Enzo, Davide e Arcangelo De Caro e Daniele Lobello, ai domiciliari, difeso dagli avvocati Enzo De Caro e Piero Mancuso. I tre indagati potranno decidere se fornire la propria versione dei fatti, difendendosi dai reati contestati, che vanno a vario titolo dal concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio, favoreggiamento reale ed estorsione, oppure scegliere il silenzio.
I rapporti con le cosche
I rapporti con le cosche
Per i sostituti procuratori Veronica Calcagno e Debora Rizza, Giuseppe Lobello è considerato un imprenditore protetto, vicino alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, con la funzione di collettore delle estorsioni imposte nei cantieri edili del catanzarese. Lo stretto legame con gli esponenti della cosca Arena e con altre consorterie operanti sulla fascia ionica-catanzarese, dai Grande Aracri alla cosca di San Leonardo di Cutro, avrebbe garantito alle imprese del Gruppo Lobello una posizione dominante nell’esecuzione di lavori edili e forniture di calcestruzzo su Catanzaro e provincia, nonché la “tutela” da interferenze estorsive di altri gruppi criminali, quale imprenditore “intoccabile”.