‘Ndrangheta e truffa all’Inps tra Crotonese e Catanzarese, in 20 a giudizio (NOMI)

A processo anche l'imprenditore Antonio Gallo, detto il “principino”, già ristretto al carcere duro nell’ambito dell’inchiesta Basso Profilo 
Catanzaro sanitario

di Gabriella Passariello- Tutti a giudizio. Vanno a processo i venti imputati, che hanno optato per il rito ordinario finiti nell’inchiesta stralcio “Borderland” della Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri, su un giro di assunzioni fasulle di lavoratori per ottenere dall’Inps l’indennità di malattia o di disoccupazione in caso di licenziamento attraverso un’associazione a delinquere di cui avrebbero fatto parte alcuni esponenti della cosca Trapasso.Tra gli imputati rinviati a giudizio dal gup Giuseppe De Salvatore, compaiono i nomi dell’imprenditore Antonio Gallo, detto il “principino”, già ristretto al carcere duro nell’ ambito dell’inchiesta Basso Profilo; di Pierpaolo Caloiro, considerato, dagli inquirenti uomo di fiducia del clan Trapasso,  del direttore di banca “infedele”, Maurizio Paviera e di Tommaso Trapasso, definito dagli inquirenti uomo di vertice dell’omonima cosca. Il processo inizierà il prossimo 11 gennaio 2023 davanti ai giudici del Tribunale collegiale, mentre per altri due imputati, entrambi collaboratori di giustizia, Domenico Iaquinta, 39 anni, residente a Roccabernarda e Tommaso Rosa, 48 anni, di Crotone, che  hanno optato per il rito abbreviato, l’udienza proseguirà il prossimo 1 luglio .

I nomi dei rinviati a giudizio

I nomi dei rinviati a giudizio

In particolare il gup ha mandato a processo per tutte una serie di ipotesi di truffa aggravata dalla mafiosità Tommaso Trapasso, 43 anni, residente a Cutro; Pier Paolo Caloiro, 42 anni, residente a Cutro; Leonardo Ribecco, 52 anni, residente a Trofarello (TO); Maurizio Paviera, 60 anni, residente a Catanzaro; Mattia Paviera, 31 anni, di Milano; Angelina Caloiro, 50 anni, residente a Torre del Greco (NA); Antonio Gallo, 41 anni, residente a Sellia Marina; Stefania Ferro, 42 anni, residente a Borgia; Carmine Zoffreo, 46 anni, residente a Cutro; Vincenzo Tropea, 49 anni, residente a Cropani; Roberto De Fazio, 41 anni, residente a Scandale; Serafina Falcone, 44 anni, di Cutro; Carmine Tropea, 35 anni, residente a Cropani; Gregorio Aiello, 46 anni, di Cutro; Salvatore Aiello, 51 anni, residente a Cutro; Luigi Greco, 68 anni, residente a Cropani; Domenico Suppa, 60 anni, di Catanzaro; Ernesto Brandi, 56 anni, di Catanzaro; Francesco Tropea, 27 anni, di Catanzaro e Thomas Bassano, 27 anni, residente a Cropani.

Falso reclutamento di personale

Un’associazione finalizzata alle truffe realizzate con un falso reclutamento di personale nelle società della famiglia Trapasso, controllate e gestite in particolare da Pierpaolo Caloiro, considerato uomo di fiducia del clan, con il compito di gestire insieme all’imprenditore Antonio Gallo i villaggi turistici Sun Beach di Squillace e Riviera del Sole di Cropani Marina e nello stesso tempo con il preciso mandato di costituire società comunque riconducibili al clan, intestate di volta in volta a prestanome, spostando capitali da un’azienda ad un’altra. Un ruolo, che secondo le ipotesi di accusa, Caloiro non avrebbe svolto da solo, avvalendosi anche della cooperazione di un direttore di banca di una filiale di Germaneto, Maurizio Paviera, “completamente assoggettato- secondo quanto riportato dal gip nel decreto di sequestro- al volere della cosca in cambio di favori”.

I favori al direttore di banca

Le stesse società sarebbero state delle vere e proprie scatole vuote, utilizzate per operare assunzioni fittizie di lavoratori, formalmente destinati ad essere impiegati nei villaggi turistici oppure in aziende agricole, assunzioni di cui avrebbero beneficiato tanto i familiari degli affiliati quanto persone gravitanti sul territorio. A usufruire di questo reclutamento di personale Maurizio Paviera, “completamente piegato al clan Trapasso, prestandosi stabilmente ad aiutare Caloiro nel movimento di capitali, dando consigli sulle operazioni da compiere e omettendo soprattutto di segnalare le operazioni sospette”. Di particolare rilievo per gli inquirenti è la conversazione scambiata il 12 ottobre 2014 tra Caloiro e Paviera nel corso della quale l’imprenditore spiega al direttore il meccanismo della truffa all’Inps in relazione all’assunzione del nipote di questo ultimo: “si però, lavorando da marzo ad ottobre lui poi prende otto mesi la disoccupazione… e prende lo stesso stipendio di… ed in più si va a fare qualche lavoretto in nero… poi arriva di nuovo aprile che ancora gli stanno pagando la disoccupazione ed è nuovamente assunto regolarmente”. In breve a Paviera, che per il nipote vorrebbe un’assunzione a tempo indeterminato e non stagionale, Caloiro risponde che lavorando da marzo ad ottobre si accaparrerebbe l’indennità di disoccupazione, potendo al contempo continuare a lavorare in nero.

Trapasso e la gestione del Sun Beach di Squillace Lido

Un ruolo di primo piano all’interno dell’’associazione era rivestito, secondo gli inquirenti, da Tommaso Trapasso già condannato in primo grado, con rito abbreviato a 18 anni di reclusione nell’operazione Borderland. Questi in più di un’occasione avrebbe impartito direttive sulle assunzioni e sui licenziamenti da compiere dimostrando di avere un potere decisionale superiore rispetto a quello di Caloiro, in forza della sua appartenenza alla famiglia Trapasso e del ruolo di vertice occupato all’interno della cosca. Un dato questo che si evince in una conversazione tra Tommaso Trapasso e la collaboratrice di Caloiro, Stefania Ferro, avvenuta in prossimità della chiusura della stagione del villaggio Sun Beach di Squillace Lido, nel corso della quale Trapasso le chiedeva la documentazione sulla gestione del villaggio e quest’ultima lo tranquillizzava: “No scusami tu… non ti preoccupare, ti volevo dire… ti avevo chiamato per dirti che io avevo sistemato quelle cose… ho avuto un casino perché sto sistemando le buste paga, ho dovuto fare la contabilità del villaggio … Sun Beach”. Ferro, in sostanza è colei che in concreto si sarebbe occupata di verificare le posizioni dei singoli lavoratori fittizi avvertendo di volta in volta i suoi capi sul raggiungimento dei requisiti necessari per ottenere l’indennità di disoccupazione.

Il collegio difensivo

Sono impegnati tanto nel procedimento con rito ordinario che abbreviato, tra gli altri, gli avvocati Nicola Tavano, Giovanna Fronte, Gregorio Viscomi, Luigi Falcone, Piero Mancuso, Giovanni Merante, Marco Grande, Graziella Maietta, Romolo Villirillo, Domenico La Blasca e Manfredo Fiormonti.

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