di Gabriella Passariello- Regge a metà l’inchiesta della Dda per i 23 imputati, giudicati con rito abbreviato, accusati di aver commesso una serie di estorsioni aggravate dalle modalità mafiose ai danni di alcuni esercizi commerciali del Lametino. Il gup distrettuale del Tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia ha sentenziato 11 condanne e 12 assoluzioni, infliggendo a Emiliano Fozza 5 anni, (il pm aveva invocato 10 anni e 4 mila euro di multa); Giuseppina Giampà, 8 mesi (il pm 2 anni e millecinquecento di multa); Michelina Giampà, 3 anni e 6 mesi (il pm 8 anni e 6mila euro); Gianluca Giovanni Notarianni, 4 anni e 8 mesi (il pm 2 anni e sei mesi); Aldo Notarianni, 1 anno e 6 mesi (il pm 2 anni, sei mesi e 2mila euro di multa); Luigi Notarianni, 1 anni e 2 mesi (il pm 2 anni, sei mesi e 2mila euro); Luigi Paolino Meliadò, 4 anni e 8 mesi, (il pm 3 anni e millequattrocento di multa); Giuseppe Giampà, 1 anno (il pm 1 anni sei mesi e milleduecento di multa); il collaboratore di giustizia Saverio Cappello, 2 anni e sei mesi (il pm 1 anno, 4 mesi e 800 di multa); Giuseppe Cappello, 2 anni e 6 mesi, (il pm 1 anno, quattro mesi e 800 di multa) e Domenico Giampà, 8 mesi (il pm 1 anno e 700 euro di multa).
Le assoluzioni
Le assoluzioni
Il gup del Tribunale di Catanzaro ha assolto con la formula “per non aver commesso il fatto” Danilo Pileggi, (il pm aveva chiesto 6 anni e 2mila euro di multa); Luciano Trovato, (il pm 6 anni e 2mila euro); Alberto Giampà, di 36anni, (il pm aveva chiesto 6 anni e 2 mila); Alberto Giampà, di 40 anni, (il pm 6 anni e 2mila); Rosa Giampà (il pm 2 anni, sei mesi e 2mila euro di multa); Domenico Chirico, inteso “U Duru”, (il pm 8 anni e 3mila euro); Antonio Voci, (il pm 2 anni e millecinquecento di multa); Maurizio Molinaro, (il pm 2 anni e millecinquecento di multa); Domenico Chirico, inteso “U Battero”,(il pm 2 anni e millecinquecento di multa); Giuseppe inteso Cutulicchio Cappello, (il pm 6 anni e 2mila euro); i collaboratori di giustizia Angelo Torcasio, (il pm 1 anno, 4 mesi e 700 di multa) e Umberto Egidio Muraca, (il pm 1 anno, 4 mesi e 800 multa);
Le estorsioni in discoteche, bar e negozi
I fatti estorsivi si sarebbero verificati tra il 2006 e il 2012 e secondo le originarie ipotesi accusatorie Fozza, Pileggi e Giuseppe Giampà avrebbero costretto il titolare del bar “Cartablanca” ad acquistare i prodotti commercializzati dalla Gt distribuzione, società intestata a Franca Teresa Meliadò, moglie di Giuseppe Giampà, figlio del professore, riconosciuto a Lamezia boss indiscusso della cosca Giampà e di fatto a lui riconducibile. Richieste estorsive sarebbero state indirizzate dallo stesso Fozza e Giampà con Meliadò all’indirizzo del titolare del bar pizzeria “Pappa e Ciccia”, costretto ad acquistare gli stessi prodotti della Gt distribuzione. Altri imputati avrebbero costretto sotto minaccia di ritorsioni, nel caso di rifiuto, l’organizzatore di serate di ballo al bar discoteca “HangLoose Beach” a Gizzeria e “Dandy Samart” in località Bagni di Lamezia Terme, a farli entrare gratuitamente nei locali nel corso delle serate da ballo e per l’intera stagione estiva. Avrebbero anche costretto il barman, responsabile degli acquisti del Lido Bar discoteca “Le B club” di Gizzeria a consegnare loro varie bottiglie di prosecco e a far assumere, attraverso il diretto interessamento di Angelo Torcasio, Vincenzo Giampà detto “Enzo” quale esercente la guardania in nome e per conti della cosca Giampà.
Gli sconti imposti al 50%
Le minacce estorsive, sarebbero state indirizzate anche al titolare di una boutique “Il Principe”, costretto a praticare loro sistematicamente lo sconto del 50% sui vari capi di abbigliamento e a fare lavorare di fatto Michelina Giampà in qualità di addetta alle vendite e ai rapporti con la clientela, pur senza esserne formalmente assunta.
Il collegio difensivo
Impegnati nel processo tra gli altri, gli avvocati Antonio Larussa, Francesco Gambardella, Alessandra Marchese, Leopoldo Marchese, Giusy Caliò, Lucio Canzoniere, Giuseppe Spinelli, Rita Cellini, Claudia Conidi e Gregorio Viscomi.