Fu la giornalista di Repubblica, Alessia Candito, con due distinte mail – del 20 luglio 2021 e del successivo 20 settembre – indirizzate al Procuratore antimafia di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, a rendere note le minacce subite dall’ex testimone di giustizia Annunziatino Romeo, 58 anni di Platì, e dallo stesso riferitele, dopo la sua partecipazione, abbondantemente travisato, ad una trasmissione televisiva messa in onda il 25 maggio 2021 su Tv8 Sky, curata anche dalla Candito, dal titolo: ”Mappe criminali: la ‘ndrangheta invisibile”.
“La ‘ndrangheta invisibile”
“La ‘ndrangheta invisibile”
Annunziatino Romeo, in quell’inchiesta, rispondendo alle domande di Daniele Piervincenzi, aveva indicato il ruolo di rilievo dei Papalia-Barbaro-Sergi, di Platì, nel traffico internazionale di stupefacenti, riferendo anche dell’esistenza della così detta La Camera, “un organismo verticistico-strategico composto da una ristretta cerchia di soggetti per gestire le relazioni riservate ed occulte con apparati deviati delle istituzioni, politica e massoneria”, come si legge in una informativa dei carabinieri del reparto operativo di Reggio Calabria, consegnata dal Procuratore generale di udienza, Giuseppe Lombardo, alla Corte d’appello presieduta da Bruno Muscolo.
L’informativa dei Carabinieri, diretti dal tenente colonnello Massimiliano Galasso, inoltre, riportando il “comportamento reticente in aula lo scorso 1 giugno 2022 del dichiarante Annunziatino Romeo”, ritengono che la convocazione di quest’ultimo da parte di esponenti della ‘ndrangheta di Platì, e di cui aveva informato la giornalista, sia collegata alla sua intervista a Tv8. Lo stesso dichiarante, inoltre, si sarebbe recato a Platì “i primi di agosto del 2021”, poiché dopo quella intervista a Tv8, “le famiglie di Platì e della piana di Gioia Tauro erano preoccupate, e che erano state allertate da un avvocato originario di Milano”, il quale, a sua volta, “avrebbe preso contatti con un legale di Palmi affinché contattasse le consorterie di Platì”.
Annunziatino Romeo, inoltre, avrebbe incontrato il legale di Palmi, il quale gli avrebbe riferito di avere interloquito sul punto “con l’avvocato Romeo di Reggio Calabria”, che secondo l’informativa dei carabinieri depositata in udienza dal procuratore Lombardo, “potrebbe identificarsi in Paolo Romeo, recentemente condannato nel processo Ghota alla pena di 25 anni di reclusione perché ritenuto vertice della componente riservata della ndrangheta”. Il processo riprenderà il prossimo 12 luglio.