Prima l’Interpol, adesso l’FBI. Nel mese di marzo un vertice operativo dell’Interpol è stato in Italia per una tre giorni tra Roma, Catanzaro e Reggio Calabria, dove ha incontrato, tra gli altri i procuratori della Dda di Catanzaro e Reggio, rispettivamente Nicola Gratteri e Giovanni Bombardieri, a poco meno di un anno dall’avvio di ‘I-Can’ che ha permesso, il 29 marzo scorso, l’arresto di Marc Feren Claude Biart, latitante considerato vicino al clan Cacciola di Rosarno. In campo un progetto che coinvolge le Forze di polizia italiane e quelle di altri 10 Paesi (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Svizzera, Uruguay, Usa) che, come l’Italia, hanno costituito unità operative dedicate alla lotta alla ‘ndrangheta. In questi giorni invece l’Ufficio federale investigazioni degli Stati Uniti di America ha inviato i suoi uomini in Calabria. Non si conoscono i contenuti degli incontri tra l’FBI e le Forze di polizia, su cui viene mantenuto il più assoluto riserbo, ma è certo che non si tratti di semplici visite di cortesia: sinergie in corso a livello operativo su indagini che non possono prescindere dall’ausilio dell’Fbi. (g. p.)