Reggio Emilia, Parma, Modena, Piacenza, ma anche Mantova e Cremona. Sono i territori interessati dall’operazione condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia, che ha dato esecuzione a un provvedimento della Corte d’Appello di Bologna. Nel mirino degli inquirenti 5 imprese, un uomo d’affari ritenuto “vicino” a Grande Aracri e ben 43 rapporti bancari aperti in svariati istituti di credito.
La vicenda “Aemilia” e la cosca Grande Aracri di Cutro
La vicenda “Aemilia” e la cosca Grande Aracri di Cutro
Il risultato raggiunto origina da una complessa attività investigativa i cui esiti avevano portato nel mese di luglio 2021 il Procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e il Direttore della Direzione Investigativa Antimafia a formulare una proposta congiunta per l’applicazione delle citate misure di prevenzione personale e patrimoniale. I patrimoni finiti sotto sequestro, secondo gli investigatori sarebbero riconducibili ad un soggetto indiziato di appartenere al sodalizio mafioso, attivo nei territori di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, e nelle province di Mantova e Cremona, saldamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR), la cui pervasività nei territori in questione era già stata ampiamente documentata nell’ambito del procedimento “Aemilia”.
Sequestri e confische
Il decreto di confisca ha interessato 2 immobili e 5 imprese del settore edile e immobiliare in provincia di Piacenza e di Cremona, nonché 2 autovetture e 43 rapporti bancari accesi in numerosi istituti di credito. Sono ancora in corso ulteriori indagini per svelare eventuali ulteriori legami sospetti.