Beni per circa 10 milioni di euro sono stati confiscati a vari appartenenti alla cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. I provvedimenti eseguiti nella mattinata di oggi dai carabinieri riguardano una serie di affiliati al clan coinvolti nell’inchiesta “Zarina Aurora” contro la ‘ndrangheta e le sue infiltrazioni nel tessuto economico emiliano.
L’inchiesta “Zarina Aurora”
L’inchiesta “Zarina Aurora”
Nel 2014, l’indagine dei carabinieri e della Dda di Bologna aveva portato a 13 arresti per riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e impiego di denaro di provenienza illecita, reati aggravati dal metodo mafioso. I beni confiscati oggi sono riconducibili a dieci di quei 13 indagati. L’inchiesta era partita dagli accertamenti dei carabinieri sull’incendio di una motrice a Sala bolognese, avvenuto nel 2010. Quel rogo risultò di origine dolosa e, con il proseguimento delle indagini, fece scoprire le attività di riciclaggio e gli altri reati.
I beni confiscati
I provvedimenti fanno seguito a una recente sentenza della Cassazione che a giugno ha reso definitivi quasi tutti i sequestri, già confermati anche in appello. Si tratta di nove imprese commerciali operanti nei trasporti e nel turismo, sei immobili, una trentina di veicoli (mezzi pesanti) e 21 rapporti finanziari. In Emilia le confische riguardano il deposito di una ditta a Sala Bolognese (Bologna), una società e alcuni immobili nel Modenese e altri beni a Gualtieri (Reggio Emilia). La maggior parte dei beni confiscati è in Calabria, fra le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone. Fra questi ci sono anche due complessi alberghieri a Isola Capo Rizzuto.