di Mimmo Famularo – Avrebbe schiaffeggiato, colpito con un pugno, picchiato, lanciato addosso un posacenere, un vaso e una sedia, minacciato con un coltello, puntato contro una pistola alla sua ex compagna allo scopo di indurla a lasciare l’abitazione di proprietà situata in provincia di Padova. Con l’accusa di estorsione e violenza privata aggravata dalle modalità mafiose, la Guardia di Finanza ha arrestato Giuseppe Carmelo Pellicano, 33 anni di Reggio Calabria, ritenuto dagli inquirenti vicino ai clan Tegano e Condello, imprenditore calabrese e operante da diversi anni nel settore del commercio della carne con il quale la donna aveva intrapreso una relazione sentimentale. Contestualmente sono state eseguite diverse perquisizioni in alcune abitazioni e attività commerciali nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza.
Operazione “Ermes”
Operazione “Ermes”
L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia, denominata “Ermes”, è stata condotta dai Finanzieri del Comando provinciale di Padova, con la collaborazione dei reparti di Catanzaro e Reggio Calabria e il supporto tecnico dello Scico di Roma. Il gip del Tribunale ordinario di Venezia ha disposto la misura cautelare nei confronti di Pellicano mentre risultano indagati a piede libero altri tre calabresi. Si tratta di Angelo Abbruzzese, 31 anni di Corigliano Calabro; Vincenzo Avena, 37 anni di Corigliano-Rossano; e Vincenzo Galatà, 25 anni di Mongiana. Sulla base del quadro accusatorio delineato dagli investigatori, la Procura di Venezia contesta agli indagati reati che vanno dalla violenza privata alle lesioni personali e agli atti persecutori, dalla detenzione e porto abusivo di arma da fuoco con munizioni all’estorsione, dalla ricettazione al tentativo di rapina e al furto in abitazione, fino a un episodio di danneggiamento seguito da incendio. Reati compiuti con l’aggravante del metodo mafioso, nella provincia di Padova.
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