‘Ndrangheta infiltrata negli appalti sulle ferrovie, 15 arresti (VIDEO)

I lavori con un sistema di incassi 'in nero' di società riconducibili ai clan, attive tra Lombardia e Calabria servivano a sostentare affiliati detenuti

I Nuclei di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e Varese, stanno eseguendo 15 arresti in un’inchiesta del pm della Dda milanese Bruna Albertini su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nei subappalti per lavori sulla rete ferroviaria (Rfi è parte offesa). Nell’ordinanza cautelare è contestata l’associazione per delinquere finalizzata a reati tributari e bancarotta e ad alcuni arrestati l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, perché con un sistema di incassi ‘in nero’ società riconducibili ai clan, attive tra il Varesotto e Isola Capo Rizzuto (Crotone), avrebbero sostenuto affiliati detenuti e le loro famiglie.

Le indagini della Dda di Milano

Le indagini della Dda di Milano

La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, nell’ambito di complesse indagini nel settore della criminalità organizzata, ha delegato i Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Varese e Milano (con il supporto dei militari del Nucleo PEF di Verona) ad eseguire un’ordinanza del gip di Milano, emessa nei confronti di soggetti ritenuti appartenere ad un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati di natura fiscale e fallimentare, radicata sul territorio lombardo ed operante nel settore dell’armamento e manutenzione della rete ferroviaria italiana, “agevolatrice“ della cosca di ‘ndrangheta Arena — Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.

Il sequestro

In particolare, le Fiamme Gialle di Varese e Milano stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare personale nei confronti di 15 soggetti e un sequestro preventivo “per equivalente” su beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,5 milioni. Le indagini di polizia giudiziaria hanno permesso di ricostruire una rete di società fittiziamente intestate a prestanomi, i quali sono risultati fiduciari dei principali indagati, destinatari del provvedimento restrittivo; tutti soggetti in rapporto di contiguità-parentela con la famiglia ‘ndranghetista Arena-Nicoscia. Nel corso delle indagini è stato possibile quantificare in oltre 6,5 milioni di curo l’ammontare dei profitti derivanti dai reati di frode fiscale, nonché dalla omessa presentazione delle prescritte dichiarazioni d’imposta e dalle compensazioni di debiti erariali con falsi crediti Ira.

Business per la cosca Arena

“Si ipotizza che costoro traessero ingenti profitti dalla sottoscrizione di contratti apparentemente di distacco di manodopera, ma di fatto di pura somministrazione; contratti stipulati con le società appaltatrici delle commesse di RFI spa per la realizzazione di lavori di manutenzione ed armamento della rete ferroviaria che serve svariate regioni, tra cui Lombardia, Veneto, Abruzzo, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia”, dicono dalla Dda di Milano. Le indagini hanno altresì dimostrato come alcuni componenti del sodalizio abbiano agevolato la `ndrina, facente capo alla “locale” di Isola di Capo Rizzuto, contribuendo al mantenimento finanziario di detenuti e dei loro familiari, nonché procurando falsi contratti di assunzione per far ottenere benefici premiali a soggetti colpiti da provvedimenti giudiziari. I circa 200 finanzieri impiegati stanno altresì eseguendo perquisizioni locali e domiciliari in Lombardia, Veneto, Calabria e Campania, col supporto dei Reparti del Corpo territorialmente competenti.

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