Il sostituto procuratore generale Adalgisa Rinardo ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per nove imputati, condannati nell’ambito del processo scaturito dall’operazione della Dda, nome in codice “Filo Rosso” contro alcuni affiliati alle cosche di ‘ndrangheta di Lamezia Terme. Mentre per un decimo imputato il pg ha invocato davanti ai giudici della Corte di appello di Catanzaro una pena maggiore rispetto al verdetto sentenziato dal giudice di prime cure.
Le richieste del pg
Le richieste del pg
Al termine della requisitoria il magistrato ha chiesto di condannare Giovanni Gianluca Notarianni (16 anni e 6 mesi); Pasquale Notarianni (10 anni e 8 mesi); Luigi Leone (9 anni); Giuseppe Cappello (9 anni); Michele Bentornato (8 anni 4 mesi); Fabio Vescio (3 anni e 8 mesi); Michael Mercuri (1 anno e 6 mesi); Roberto Castaldo (1 anno e 8 mesi) e Alberto Giampà (5 anni e 4 mesi). Chiesta, infine, la riforma della sentenza nei confronti di Saverio Giampà da 12 a 15 anni di reclusione per la continuazione con la condanna ricevuta nell’ambito del processo “Medusa”. Si ritornerà in aula il prossimo 15 ottobre.
Operazione “Filo rosso”
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, intimidazioni e spaccio nel comune di Lamezia Terme. In primo grado il Comune di Lamezia Terme e l’associazione Antiracket Lamezia si sono costituiti parte civile ottenendo il riconoscimento rispettivamente di 60mila e 10mila euro. Il blitz, scattato il 28 giugno 2017, ha portato all’arresto di nove persone ritenute appartenenti alla cosca Giampà di Lamezia.