Emergerebbero particolari inediti anche sulla scomparsa di Maria Chindamo dagli atti dell’inchiesta Mestrale-Carthago della Dda di Catanzaro. L’imprenditrice di Laureana di Borrello, come si ricorderà, è stata rapita e fatta scomparire nel 2016 davanti al cancello della sua tenuta agricola, ubicata a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Per la scomparsa erano stati indagati e poi prosciolti Salvatore Ascone di Limbadi ed il figlio Rocco, accusati di aver manomesso la telecamera della propria abitazione posta dinanzi al cancello della tenuta. Intercettati nel marzo del 2019, padre e figlio, unitamente ad altro pluripregiudicato di Limbadi, avrebbero indicato nel suocero di Maria Chindamo e nei nipoti i mandanti e gli autori del rapimento e della soppressione del cadavere.
Il suicidio dell’ex marito di Maria Chindamo
Il suicidio dell’ex marito di Maria Chindamo
Da ricordare che un anno prima della scomparsa di Maria Chindamo, esattamente il 6 maggio 2015, l’ex marito della donna – Ferdinando Pontoriero, di Rosarno – si è tolto la vita suicidandosi. Per gli Ascone intercettati, il successivo decesso anche del suocero della Chindamo, sarebbe l’ostacolo maggiore per gli inquirenti per ritrovare il corpo della commercialista di Laureana di Borrello, anche se i nipoti della donna sarebbero comunque a conoscenza del luogo di occultamento del cadavere.