Oltre tremila euro, più precisamente 3mila 301 euro e qualche centesimo. Tanto dovrà dare il Ministero dell’Economia e delle Finanze al boss Diego Mancuso, 68 anni, ritenuto esponente di spicco dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Limbadi, a titolo risarcitorio per ingiusta detenzione. Lo ha disposto la Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Reillo) accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato Francesco Schimio e presentando il conto che dovrà pagare lo Stato.
La vicenda giudiziaria
La vicenda giudiziaria
La richiesta – avanzata dal Mancuso il 16 aprile del 2018, si riferiva al periodo trascorso ai domiciliari dell’esponente dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta dal 30 aprile 2015 al 27 maggio dello stesso anno. Ovvero 28 giorni. Il 30 aprile di sei anni fa, infatti, era stato arrestato per violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale (arresto convalidato con contestuale giudizio per direttissima) ed era rimasto ai domiciliari fino al 27 maggio data in cui la misura veniva sostituita con quella di obbligo di dimora. Infine, dopo una vicenda cautelare conclusasi con l’annullamento da parte della Cassazione, Diego Mancuso veniva assolto con sentenza del 12 maggio 2016 irrevocabile dal 31 dicembre 2016.