‘Ndrangheta nel Reggino, padre e figlio assolti dall’accusa di estorsione (NOMI)

L'assoluzione riguarda anche il danneggiamento del cancello d’ingresso e un camion di un esponente di spicco della 'ndrangheta del Reggino
estorsione reggio

Il Tribunale di Reggio Calabria ha assolto “perché il fatto non sussiste” Domenico Fotia, 62 anni, e il figlio Antonino, di 32 anni, dall’accusa di estorsione e di avere danneggiato con numerosi colpi di fucile caricato a pallettoni il cancello d’ingresso ed un camion parcheggiato nel cortile dell’abitazione di proprietà di Francesco Russo “u Massaru”, esponente di spicco della ndrangheta aspromontana. L’episodio era stato inquadrato dagli inquirenti come effetto della mancata spartizione dell’attività di taglio dei boschi dell’Aspromonte, che vedevano contrapposte le due famiglie, ritenute vicine alla cosca Serraino.

Infatti, Francesco Russo e Domenico Fotia sono stati condannati, il primo, nel processo “Epilogo”, ed il secondo nel processo “Olimpia”, perché appartenenti alla cosca Serraino. L’attentato ai Russo aveva destato allarme negli inquirenti per il pericolo di una guerra intestina al clan dei Serraino, tra i più noti nel panorama della ndrangheta calabrese, tant’è che furono scoperti e sequestrati ingenti quantitativi di armi.  Il Tribunale di Reggio Calabria, a conclusione di una lunga fase istruttoria, ha assolto i Fotia dall’accusa originaria, accogliendo la richiesta del difensore Giuseppe Nardo e dello stesso, pubblico ministero Walter Ignazitto, per carenza di prove.

Infatti, Francesco Russo e Domenico Fotia sono stati condannati, il primo, nel processo “Epilogo”, ed il secondo nel processo “Olimpia”, perché appartenenti alla cosca Serraino. L’attentato ai Russo aveva destato allarme negli inquirenti per il pericolo di una guerra intestina al clan dei Serraino, tra i più noti nel panorama della ndrangheta calabrese, tant’è che furono scoperti e sequestrati ingenti quantitativi di armi.  Il Tribunale di Reggio Calabria, a conclusione di una lunga fase istruttoria, ha assolto i Fotia dall’accusa originaria, accogliendo la richiesta del difensore Giuseppe Nardo e dello stesso, pubblico ministero Walter Ignazitto, per carenza di prove.

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