‘Ndrangheta nelle Preserre, la Dda deposita nuovi atti contro il clan Chiefari-Iozzo

di Gabriella Passariello- Bisognerà attendere il prossimo 6 ottobre per sapere quanti sceglieranno il rito abbreviato o l’ordinario tra i 29 imputati coinvolti nell’inchiesta “Orthrus” contro la cosca Chiefari-Iozzo, due nuclei familiari, costituenti uno stesso sodalizio di ‘ndrangheta operante nell’area di Chiaravalle Centrale, Cardinale e Torre di Ruggero,  Oggi in aula il pm della distrettuale Debora Rizzo ha depositato al gup Pietro Carè alcuni atti dell’inchiesta della Dda guidata da Nicola Gratteri “Imponimento”, che ha travolto  la cosca Anello di Filadelfia,  atti riguardante la famiglia Chiefari-Iozzo. In particolare ha depositato il decreto di fermo del 21 luglio scorso, la successiva ordinanza di convalida del gip e alcune intercettazioni.

I nomi degli imputati

I nomi degli imputati

Tra gli imputati oltre l’ex sindaco di Torre di Ruggiero Giuseppe Pitaro, avvocato catanzarese, anche Marco Catricalà, Antonio Chiefari, Domenico Chiefari, Giuseppe Chiefari, Nicola Chiefari, Pietro Antonio Chiefari, Vito Chiefari, Alexandr Daniele, Stefano Dominelli, Damiano Fabiano, Giuseppe Gareri, Antonio Gullà, Giuseppe Giovanni Iozzo, Giuseppe Gregorio Iozzo, Luciano Iozzo, Mario Iozzo, Andrea Maida, Claudio Marchese, Stefano Pasquino, Antonio Rei, Salvatore Russo, Marta Sanginiti, Marco Sasso e Fabio Romeo.

La famiglia Iozzo

Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, il nucleo familiare degli Iozzo di Chiaravalle Centrale sarebbe costituito dai fratelli Mario, detto Marino, Giuseppe Gregorio, Luciano e Gianfranco Iozzo. Per gli inquirenti un ruolo rilevante lo avrebbe avuto anche il figlio di Mario, Raffaele Iozzo. Nella loro disponibilità armi di uso comune e da guerra e sarebbero stati dediti alle estorsioni ai danni dei commercianti e degli imprenditori boschivi oltre al traffico di droga.

La famiglia Chiefari

Il punto di riferimento sarebbe Antonio Chiefari, nonché i figli Vito, Pietro Antonio, Domenico Giuseppe e Nicola. Secondo l’accusa avrebbero gestito varie attività imprenditoriali, operanti principalmente nel settore degli scavi, del movimento terra e nel settore agricolo. Avrebbero avuto il controllo del territorio, in particolare quello di Torre Ruggero, attraverso la forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo che avrebbe permesso loro di interferire nelle attività economiche della zona e, in particolare, sulle grandi opere relative alla costruzione della “Trasversale delle Serre”. Un’ingerenza – raccontano i collaboratori di giustizia – che si sarebbe manifestata per mezzo della stipula di contratti di noleggio di macchinari in favore dell’Ati aggiudicatrice dell’appalto mediante una società riconducibile alla famiglia Chiefari. Non solo, i Chiefari avrebbero anche gestito il business degli spazi alla fiera della Madonna delle Grazie di Torre Ruggero imponendo e dettando le loro regole.

 Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

A consolidare il quadro indiziario costruito dagli inquirenti anche le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. In particolare Domenico Todaro nei cui interrogatori ha riferito come gli Iozzo costituirebbero un autonomo gruppo criminale nella zona di Chiaravalle Centrale con a capo Mario Iozzo, detto “Marino”. Vincenzo Todaro ha invece riferito che per l’esecuzione delle rapine bisognava chiedere il permesso ai Chiefari di Torre Ruggero e agli Iozzo “i quali – spiega il pentito – erano sempre presenti sul territorio e dovevano essere a conoscenza di tutti ciò che accadeva”. Lo stesso Todaro ha parlato dell’affiliazione di tutti i fratelli Iozzo (Mario, Luciano, Pino, Gianfranco e Saverio) alla cosca Gallace. Ancora più preciso il collaboratore di giustizia Gianni Creterola che agli inquirenti ha dichiarato di far parte della ‘ndrina di Gagliato capeggiata da Massimiliano Sestito alle dipendenze del “locale” di Serra San Bruno con a capo Damiano Vallelunga (ora defunto). Secondo quanto sostenuto da Creterola di quest’ultimo “Locale” facevano parte i Comuni di Soverato di cui era capo ‘ndrina Vittorio Sia; Chiaravalle Centrale con a capo gli Iozzo; San Sostene con i Lentini e i Procopio; Torre di Ruggero con i Chiefari, capeggiati da Antonio Chiefari; e Vallefiorita con i Bruno.

Il collegio difensivo

Tra gli avvocati impegnati nell’inchiesta “Orthrus”,  Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Giovanni Russomanno, Massimo Carnovale, Domenico pasceri, Salvatore Giunione, Antonio nisticò, Ivan Posca e Vincenzo Savaro e Vittoria Aversa.

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