Due famiglie legate da vincoli familiari e alleate tra di loro nel predominio della zona delle Serre catanzaresi. Da una parte i Chiefari, dall’altra gli Iozzo.
Due nuclei familiari, uno stesso sodalizio di ‘ndrangheta operante nell’area di Chiaravalle Centrale, Cardinale e Torre di Ruggiero. Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Debora Rizza ha chiuso le indagini nei confronti di 29 indagati, che a ottobre 2019 ha portato all’arresto di 17 persone.
Due nuclei familiari, uno stesso sodalizio di ‘ndrangheta operante nell’area di Chiaravalle Centrale, Cardinale e Torre di Ruggiero. Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Debora Rizza ha chiuso le indagini nei confronti di 29 indagati, che a ottobre 2019 ha portato all’arresto di 17 persone.
GLI INDAGATI
Marco Catricalà, 28 anni, di Chiaravalle Centrale; Antonio Chiefari, “u Tartaru”, 69 anni, di Torre di Ruggiero; Domenico Chiefari, 27 anni, di Serra San Bruno; Giuseppe Chiefari, 27 anni; Nicola Chiefari, 40 anni di Torre di Ruggiero; Pietro Antonio Chiefari, 44 anni, di Chiaravalle Centrale; Vito Chiefari, 47 anni, di Torre di Ruggiero; Alexandr inteso “Sasha”, 31 anni, domiciliato a Palermiti; Stefano Dominelli, 34 anni, di Catanzaro; Damiano Fabiano, 29 anni di Chiaravalle; Centrale; Giuseppe Garieri, 34 anni, di Chiaravalle Centrale; Antonio Gullà, 29 anni, di Chiaravalle Centrale; Giuseppe Giovanni Iozzo, 29 anni, di Chiaravalle Centrale; Stefano Pasquino, 44 anni, di Catanzaro; Giuseppe Pitaro, 46 anni, di Catanzaro; Antonio Rei “u Bellino”, 30 anni, di Chiaravalle Centrale; Salvatore Russo, inteso “u Porco”, 31 anni, di Chiaravalle Centrale; Marta Sanginiti, di Chiaravalle Centrale, 28 anni; Marco Sasso, 38 anni, di Chiaravalle Centrale; Fabio Romeo, 36 anni, residente a Soverato.
Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, il nucleo familiare degli Iozzo di Chiaravalle Centrale sarebbe costituito dai fratelli Iozzo: Mario, detto Marino, Giuseppe Gregorio, Luciano e Gianfranco. Per gli inquirenti un ruolo rilevante lo avrebbe anche il figlio di Mario, Raffaele Iozzo.
LE IPOTESI
Nella loro disponibilità avrebbero armi di uso comune e da guerra e sarebbero dediti alle estorsioni ai danni dei commercianti e degli imprenditori boschivi oltre al traffico di droga.Il punto di riferimento sarebbe Antonio Chiefari, nonché i figli Vito, Pietro Antonio, Domenico Giuseppe e Nicola. Secondo l’accusa gestirebbero varie attività imprenditoriali e sarebbero operanti principalmente nel settore degli scavi e del movimento terra nonché nel settore agricolo.
Controllerebbero il territorio, in particolare quello di Torre Ruggero, attraverso la forza intimidatoria originata dal vincolo associativo che permetterebbe loro di interferire nelle attività economiche della zona e, in particolare, sulle grandi opere relative alla costruzione della “Trasversale delle Serre”.
Un’ingerenza – raccontano i collaboratori di giustizia – che si sarebbe manifestata per mezzo della stipula di contratti di noleggio di macchinari in favore dell’Ati aggiudicatrice dell’appalto mediante una società riconducibile alla famiglia Chiefari.
Non solo, i Chiefari avrebbero anche gestito il business degli spazi alla fiera della Madonna delle Grazie di Torre Ruggero imponendo e dettando le loro regole. Gli indagati, assistiti dai loro legali difensori, nel cui collegio compaiono i nomi degli avvocati Eugenio Felice Perrone, Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, avranno venti giorni di tempo per essere sentiti ed esercitare ogni atto utile per l’esercizio del diritto di difesa prima che il pm proceda con una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione