Mitra, kalashnikov, fucili, pistole, persino una bomba rudimentale, ma dall’altissimo potenziale esplosivo. Nell’operazione “Orthrus” con cui i Carabinieri, coordinati dalla Dda di Catanzaro, hanno sgominato la cosca di ‘ndrangheta Iozzo-Chiefari, attiva nel basso Jonio catanzarese, è stato scoperto un vero re proprio “arsenale” di armi a disposizione del clan. In particolare, i militari dell’Arma hanno ritrovato due kalashnikov, quatto fucili soprapposti, 10 pistole e anche un ordigno artigianale di un chilo e mezzo che, in caso di esposizione, avrebbe potuto danneggiare un edificio. Secondo quanto reso noto dagli investigatori nel corso della conferenza stampa, la “santabarbara” della cosca si trovava in un deposito a Chiaravalle Centrale (Catanzaro), il centro più importante nel quale il clan Iozzo-Chiefari esercitava sua influenza. Il deposito era nella disponibilità di una delle persone coinvolte nell’operazione.
Le armi clandestine, alcune con matricole abrase con relativo munizionamento, erano occultate in buste e contenitori di cartone sparsi confusamente in tutto il locale. Armi e ordigni sono stati sequestrati dai militari per essere sottoposti a perizia balistica per le comparazioni con eventi delittuosi. “L’ingente quantitativo di armi ritrovate, tra cui alcune da guerra – hanno commentato gli inquirenti – testimonia la grande potenza di fuoco e la grande pericolosità della cosca Iozzo-Chiefari”.
Le armi clandestine, alcune con matricole abrase con relativo munizionamento, erano occultate in buste e contenitori di cartone sparsi confusamente in tutto il locale. Armi e ordigni sono stati sequestrati dai militari per essere sottoposti a perizia balistica per le comparazioni con eventi delittuosi. “L’ingente quantitativo di armi ritrovate, tra cui alcune da guerra – hanno commentato gli inquirenti – testimonia la grande potenza di fuoco e la grande pericolosità della cosca Iozzo-Chiefari”.
Redazione Calabria 7