‘Ndrangheta: operazione “Ragno” contro il clan Soriano nel Vibonese, chieste 6 condanne

Dure richieste di condanna in Corte d’Appello a Catanzaro per gli imputati del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Ragno” contro il clan Soriano di Filandari scattata nel novembre del 2011
consorzio di bonifica

Dure richieste di condanna in Corte d’Appello a Catanzaro per gli imputati del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Ragno” contro il clan Soriano di Filandari scattata nel novembre del 2011.

La Procura generale di Catanzaro ha chiesto le seguenti condanne: 16 anni e 3 mesi di reclusione per Leone Soriano; 16 anni ed un mese per Gaetano Soriano (fratello di Leone); 13 anni e 6 mesi di carcere per Carmelo Soriano (figlio di Gaetano); 14 anni per Giuseppe Soriano (figlio dello scomparso Roberto Soriano); 3 anni e 4 mesi per Graziella Silipigni (madre di Giuseppe Soriano); 9 anni ed 8 mesi per Giuseppe Parrotta. Associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e danneggiamenti i reati, a vario titolo, contestati. L’inchiesta “Ragno” ha permesso di ricostruire – coordinata dall’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna, e condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo guidati dall’allora comandante Nazzareno Lopreiato – gli affari e gli assetti della “famiglia” Soriano di Pizzinni di Filandari.

La Procura generale di Catanzaro ha chiesto le seguenti condanne: 16 anni e 3 mesi di reclusione per Leone Soriano; 16 anni ed un mese per Gaetano Soriano (fratello di Leone); 13 anni e 6 mesi di carcere per Carmelo Soriano (figlio di Gaetano); 14 anni per Giuseppe Soriano (figlio dello scomparso Roberto Soriano); 3 anni e 4 mesi per Graziella Silipigni (madre di Giuseppe Soriano); 9 anni ed 8 mesi per Giuseppe Parrotta. Associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e danneggiamenti i reati, a vario titolo, contestati. L’inchiesta “Ragno” ha permesso di ricostruire – coordinata dall’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna, e condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo guidati dall’allora comandante Nazzareno Lopreiato – gli affari e gli assetti della “famiglia” Soriano di Pizzinni di Filandari.

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