Otto medici delle carceri di Prato e Pescara indagati per omicidio colposo in relazione alla morte del pentito di ‘ndrangheta Domenico Cricelli, originario del Vibonese, per anni sotto protezione in due località segrete in Abruzzo, prima nel Teramano e poi in provincia di Pescara dove è deceduto all’età di 51 anni il 13 maggio del 2019. Secondo l’ipotesi accusatoria avrebbero omesso la diagnosi e i trattamenti terapeutici adeguati. A spiegare i dettagli dell’inchiesta è un articolo a firma di Maurizio Cirillo nell’edizione odierna del quotidiano “Il Centro”.
Chiesto il processo per otto medici
Chiesto il processo per otto medici
Degli otto imputati, che nel febbraio 2023 dovranno presentarsi davanti al gup di Pescara, sei avevano avuto modo di rendersi conto delle condizioni di salute del detenuto nel carcere di Pescara, due lo avevano visitato quando era in Toscana. Il giorno prima di morire Cricelli aveva lasciato un biglietto, che il figlio consegnò poi alla Polizia di Pescara. in cui chiedeva di essere sottoposto ad autopsia per accertare le cause delle sua morte ed eventuali responsabilità. “Una richiesta cui venne dato seguito dalla Procura di Pescara” con il pm Salvatore Campochiaro che dispose l’autopsia. Cricelli morì per l’aggravarsi di una malattia che lo aveva colpito molti anni prima e che, a detta dei familiari che con la loro denuncia hanno fatto scattare l’inchiesta appena conclusa con la richiesta di processo per gli otto medici, “sarebbe stata sottovalutata se non addirittura trascurata”.