‘Ndrangheta, processo “Aemilia”: 91 condanne per quasi 700 anni di carcere

Cinquantacinque minuti. Tanto è durata la lettura della sentenza di appello di Aemilia, pronunciata poco fa nell’aula bunker del carcere della Dozza di Bologna. Ben 118 gli imputati, 33 dei quali accusati di associazione mafiosa: per loro la Procura generale aveva chiesto oltre mille anni di pene complessive. Novantuno i condannati e quasi 700 gli anni di reclusione inflitti dalla Corte d’Appello di Bologna; 27 invece tra assoluzioni, proscioglimenti e prescrizioni. Il processo di secondo grado di Aemilia aveva preso avvio il 13 febbraio scorso e dopo 10 mesi di udienze, e uno stop a causa del Covid, oggi è arrivata la sentenza che ha visto confermate, per la maggior parte degli imputati a cui erano state contestate, le accuse di associazione mafiosa. Non sono però mancati sconti di pena, dovuti anche all’unificazione dei due riti, abbreviato e ordinario, nel processo d’appello e proscioglimenti per assoluzione o prescrizione dei reati contestati.

A Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore Vincenzo (imputato nel processo Aemilia per reati d’armi, la cui condanna a 2 anni è stata confermata ma con il beneficio della sospensione condizionale), la pena è stata ridotta da 19 a 13 anni. Michele Bolognino, ritenuto uno dei referenti del clan Grande Aracri in Emilia, per cui erano stati chiesti 28 anni, è stato condannato a 21 anni e tre mesi di reclusione, mentre i fratelli Alfredo e Francesco Amato, per i quali era stata chiesta la conferma dei 19 anni e 19 anni e un mese decisa in primo grado, sono stati condannati a 17 anni e 16 anni e 9 mesi. Sarà invece un altro collegio di giudici a doversi pronunciare sulla posizione di Gianluigi Sarcone, fratello del boss Nicolino, considerato figura di spicco della ‘Ndrangheta in Emilia. La sua posizione, infatti, è stata stralciata, poiché la Cassazione ha annullato, accogliendo il ricorso dello stesso Sarcone, la decisione con cui la corte aveva dichiarato inammissibile una sua istanza di ricusazione.

A Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore Vincenzo (imputato nel processo Aemilia per reati d’armi, la cui condanna a 2 anni è stata confermata ma con il beneficio della sospensione condizionale), la pena è stata ridotta da 19 a 13 anni. Michele Bolognino, ritenuto uno dei referenti del clan Grande Aracri in Emilia, per cui erano stati chiesti 28 anni, è stato condannato a 21 anni e tre mesi di reclusione, mentre i fratelli Alfredo e Francesco Amato, per i quali era stata chiesta la conferma dei 19 anni e 19 anni e un mese decisa in primo grado, sono stati condannati a 17 anni e 16 anni e 9 mesi. Sarà invece un altro collegio di giudici a doversi pronunciare sulla posizione di Gianluigi Sarcone, fratello del boss Nicolino, considerato figura di spicco della ‘Ndrangheta in Emilia. La sua posizione, infatti, è stata stralciata, poiché la Cassazione ha annullato, accogliendo il ricorso dello stesso Sarcone, la decisione con cui la corte aveva dichiarato inammissibile una sua istanza di ricusazione.

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
Nel corso dell'incontro sarà presentato il dossier elaborato dai circoli locali di Legambiente basato sulla campagna di monitoraggio effettuata su alcune aste fluviali
Messa in sicurezza l’area, è stato chiuso al traffico il tratto interessato dal rogo per il tempo necessario alle operazioni di spegnimento
Il governatore: "La nostra terra ha vitigni eccellenti e tante piccole cantine"
Ordinato sacerdote nel 1936 fu membro per sedici anni della Compagnia di Gesù, insegnando filosofia e teologia
Sul posto il personale medico del 118 ed i carabinieri per i rilievi del caso, assieme a squadre dell'Anas
Le osservazioni in vista della conferenza di impatto ambientale
L'aspirante primo cittadino parla anche delle "condizioni disagevoli per l’erogazione delle prestazioni" e del "sovraccarico di lavoro"
Il più grande festival della regione, dall’anima itinerante e dal respiro internazionale, sarà inaugurato lunedì 15 aprile
Intanto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è in contatto con i prefetti delle città italiane
L'uomo non ha saputo specificare la provenienza del denaro che per gli investigatori sarebbe frutto di illeciti
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved