‘Ndrangheta, processo al clan Soriano: sette condanne e otto assoluzioni (NOMI)

di Mimmo Famularo – Un’ultima udienza fiume, le discussioni delle difese, la controreplica della pubblica accusa e, poi, la camera di consiglio. A notte fonda la sentenza. Sette condanne e otto assoluzioni. E’ questo il verdetto emesso dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Tiziana Macrì, al termine di oltre due ore di camera di consiglio che, di fatto, chiudono il processo di primo grado scaturito dall’inchiesta “Nemea” contro il clan Soriano di Filandari. Inflitte pene comprese tra i cinque e i diciotto anni. La condanna più pesante, pari a 18 anni e 11 mesi di reclusione, è stata comminata al boss Leone Soriano, ritenuto il capo indiscusso del clan, per il quale il pm antimafia Annamaria Frustaci aveva chiesto 29 anni di reclusione. Al termine della sua requisitoria, lo scorso 30 settembre, il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro aveva invocato quattordici condanne e un’assoluzione per un totale di 174 anni di reclusione. La sentenza ha invece comminato poco più di 80 anni di carcere ma distribuiti su sette dei quindici imputati. Ha retto dunque l’impianto accusatorio costruito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Il verdetto e le condanne

Il verdetto e le condanne

Alla sbarra c’erano capi e gregari di una delle “famiglie” considerate tra le più pericolose della ‘ndrangheta vibonese, coinvolte nell’operazione antimafia “Nemea” ma anche nella maxi inchiesta “Rinascita Scott”.  Oltre al boss Leone Soriano, sono stati condannati altri sei imputati:  dodici anni di reclusione sono stati inflitti a Graziella Silipigni di Pizzinni di Filandari, moglie del defunto Roberto Soriano (lupara bianca), fratello di Leone; condannato a tredici anni e otto mesi di reclusione Giuseppe Soriano di Pizzinni di Filandari (figlio della Silipigni); cinque anni e 5mila euro di multa a Giacomo Cichello di Filandari; tredici anni a Francesco Parrotta di Ionadi; undici anni e undici mesi a Caterina Soriano di Pizzinni di Filandari (figlia di Graziella Silipigni); dieci anni e nove mesi a Luca Ciconte di Sorianello (marito di Caterina Soriano).

Le assoluzioni

Assolti per non aver commesso il fatto  Mirco Furchì di Limbadi; Domenico Soriano di Pizzinni di Filandari (fratello di Leone Soriano);  Domenico Nazionale di Tropea; Rosetta Lopreiato di Pizzinni di Filandari (moglie di Leone Soriano),  Giuseppe Guerrera di Arzona di Filandari; Luciano Marino Artusa di Arzona; Alex Prestanicola di Filandari e  Maria Grazia Soriano.

Operazione “Nemea”

Il blitz contro i Soriano di Filandari è scattato all’alba dell’otto marzo del 2019. I carabinieri, coordinati dall’allora procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giovanni Bombardieri, hanno eseguito sette fermi nell’ambito di un’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Annamaria Frustaci. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’estorsione al danneggiamento, dalla detenzione di armi e munizioni alla detenzione di droga ai fini di spaccio. Reati aggravati dal metodo mafioso. L’inchiesta ha fatto luce su una serie di intimidazioni messe a segno tra Filandari e Jonadi in un arco temporale piuttosto ristretto che va da fine novembre a fine febbraio. Una dozzina gli atti intimidatori ricostruiti dai carabinieri guidati sul campo dal colonnello Luca Romano e dal maggiore Valerio Palmieri. Tra i tanti episodi oggetto del fermo, inquietante l’idea di compiere un attentato ai danni della caserma dei carabinieri di Filandari. Un quadro accusatorio appesantito dalle dichiarazioni fornite agli inquirenti dal nuovo collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso che proprio dopo essere stato arrestato dai carabinieri ha deciso di saltare il fosso. E’ stato processato con il rito abbreviato e condannato a 4 anni ed 8 mesi di reclusione.

Il collegio difensivo

Nel collegio di difesa figurano i seguenti avvocati: Diego Brancia, Salvatore Staiano, Francesco Schimio, Tommaso Zavaglia, Francesco Capria, Nicola Cantafora, Antonio Merante, Giuseppe Di Renzo, Daniela Garisto, Francesco Sabatino, Antonia Nicolini, Giovanni Vecchio, Gianni Russano, Demetrio Procopio, Pamela Tassone, Vincenzo Brosio.

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