Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “in considerazione delle comprovate ingerenze da parte della criminalità organizzata, che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione locale, nonché il buon andamento e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Acquaro (Vibo Valentia), ai sensi dell’articolo 143, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e l’affidamento della gestione dell’amministrazione comunale a una commissione straordinaria per un periodo di diciotto mesi”. È quanto si legge nel comunicato finale del Consiglio dei ministri.
Il sindaco Barilaro si riserva di proporre ricorso al Tar del Lazio
Il sindaco Barilaro si riserva di proporre ricorso al Tar del Lazio
Termina così l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Barilaro, eletto nella tornata del 20 e 21 settembre 2020, che era al suo terzo mandato consecutivo. La decisione del Cdm era attesa proprio in questi giorni, dopo che la commissione di accesso agli atti, inviata al Comune il 5 dicembre del 2022 dall’allora prefetto Roberta Lulli, aveva terminato prima di questa estate la sua attività investigativa che era stata, tra l’altro, soggetta ad una proroga di tre mesi rispetto ai tre iniziali. L’organismo – composto dal viceprefetto Roberto Mincucci, dal dirigente del Commissariato di Serra San Bruno, Valerio Lapietra, e dal tenente Giuseppe Filannino, del Comando provinciale della Guardia di Finanza – ha quindi svolto i dovuti accertamenti per verificare l’esistenza o meno di forme di infiltrazione o condizionamento di tipo mafioso che potevano aver compromesso dal 2020 ad oggi il prosieguo del buon andamento, l’imparzialità e il giusto funzionamento dei servizi dell’amministrazione comunale. Il sindaco Barilaro ha preferito non commentare in quanto è sua intenzione leggere prima le motivazioni e, nel caso, proporre ricorso al Tar del Lazio.