La Direzione investigativa antimafia, su disposizione del Tribunale di Catanzaro, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni mobili e immobili per oltre 2 milioni di euro nella disponibilità di un imprenditore edile catanzarese, già arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Johnny” poiché ritenuto reggente di una nota consorteria ‘ndranghetista operante sulla fascia Ionica catanzarese, accusa per la quale vi è stata di recente una condanna in appello a 12 anni di reclusione per associazione di stampo mafioso.
I beni sequestrati
I beni sequestrati
Il provvedimento ha avuto origine da un’articolata proposta di applicazione di misura di prevenzione elaborata dal direttore della Dia sulla base delle risultanze di accertamenti relativi al periodo 2007/2017. Gli investigatori, operando una precisa ricostruzione contabile, sono staati in grado di evidenziare una rilevante sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati dallo stesso e dai propri familiari, valorizzando inoltre molteplici indizi inerenti la provenienza illecita dei beni.
Per tali ragioni, il tribunale di Catanzaro ha formulato un giudizio di “pericolosità sociale qualificata” e ha disposto il sequestro del patrimonio dell’imprenditore di Catanzaro, costituito dal capitale sociale e compendio aziendale di 2 società operanti nel settore edile e immobiliare comprendenti un magazzino, due terreni e 5 conti correnti, nonché 7 disponibilità finanziarie e 2 polizze vita per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro.
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