‘Ndrangheta, stop al carcere duro per il presunto boss vibonese Pasquale Pititto

Pititto era stato sottoposto al carcere duro in seguito all'arresto per l'operazione "Stammer"
pititto

Il Tribunale di Sorveglianza di Roma, chiamato a decidere sulla proroga del regime di 41 bis disposta dal Ministro della Giustizia nei confronti di Pasquale Pititto, presunto boss di Mileto, ha revocato la misura accogliendo i rilievi della difesa che peraltro di recente aveva ottenuto un annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione.

Pasquale Pititto – difeso dagli avvocati Francesco Sabatino, Giovanni Marafioti e Barbara Amicarella – era stato sottoposto al carcere duro in seguito all’arresto per l’operazione “Stammer”, in quanto ritenuto a capo di un cartello dedito all’importazione di centinaia di chili di stupefacente dal Sudamerica. Pititto, in primo grado, è stato assolto dal Tribunale di Vibo a fronte di una richiesta di condanna a 30 anni di reclusione. Stessa pena invocata nel giudizio di appello ma la Corte d’appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di assoluzione. Nel procedimento dinanzi al Tribunale di Sorv di Roma la Procura Nazionale Antimafia aveva insistito sulla proroga del regime di carcere duro anche sulla base del presunto coinvolgimento del Pititto nell’Operazione Milethos per l’omicidio Corigliano, ma i Giudici accogliendo i rilievi della difesa hanno revocato il 41 nei confronti di Pititto che allo stato rimane detenuto in alta sicurezza in attesa di ulteriori determinazioni da parte del Tribunale di Sorveglianza di Bologna sulle sue condizioni di salute.

Pasquale Pititto – difeso dagli avvocati Francesco Sabatino, Giovanni Marafioti e Barbara Amicarella – era stato sottoposto al carcere duro in seguito all’arresto per l’operazione “Stammer”, in quanto ritenuto a capo di un cartello dedito all’importazione di centinaia di chili di stupefacente dal Sudamerica. Pititto, in primo grado, è stato assolto dal Tribunale di Vibo a fronte di una richiesta di condanna a 30 anni di reclusione. Stessa pena invocata nel giudizio di appello ma la Corte d’appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di assoluzione. Nel procedimento dinanzi al Tribunale di Sorv di Roma la Procura Nazionale Antimafia aveva insistito sulla proroga del regime di carcere duro anche sulla base del presunto coinvolgimento del Pititto nell’Operazione Milethos per l’omicidio Corigliano, ma i Giudici accogliendo i rilievi della difesa hanno revocato il 41 nei confronti di Pititto che allo stato rimane detenuto in alta sicurezza in attesa di ulteriori determinazioni da parte del Tribunale di Sorveglianza di Bologna sulle sue condizioni di salute.

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