‘Ndrangheta stragista, chiusa prima parte requisitoria: “Influenze sul sistema politico italiano”

“La crisi del ’92 e la stagione delle stragi di fine 1993 e inizio 1994 rompono “il rapporto fiduciario” tra parti della politica e sistema criminale”

E’ durata circa otto ore la prima parte della requisitoria del Procuratore generale di udienza Giuseppe Lombardo, nel processo d’Appello ‘ndrangheta stragista, che vede imputati Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone nella qualità di mandanti del duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo. Lombardo, evidenziando le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Marcello Fondacaro, Antonio Bruzzese e Girolamo Bruzzese, e la testimonianza resa dal defunto ambasciatore Francesco Paolo Fulci, ha posto in evidenza “la paura di non contare più nulla” , di “perdita della funzione”, manifestata da settori dei servizi di sicurezza a seguito dello scioglimento di ‘Gladio’, deciso da Giulio Andreotti nell’autunno del 1990, una scelta che sarebbe ‘piovuta a ciel sereno’, secondo quanto riferito da Fulci, “non concordata” nemmeno con gli Usa, “tant’è che non fu più possibile ricomporre lo strappo”, inizio del declino politico dell’ex leader democristiano.

Leghe Meridionali: “Animate da massoni irregolari ed esponenti dell’estrema destra”

Leghe Meridionali: “Animate da massoni irregolari ed esponenti dell’estrema destra”

Il rappresentante della pubblica accusa ha ricordato il fiorire delle iniziative di movimenti politici di quel periodo, come le Leghe Meridionali, “animate da massoni irregolari ed esponenti dell’estrema destra, per sostituire vecchi uomini e vecchi politici ormai in declino, per continuare a controllare la spesa pubblica attraverso gli ‘infedeli’. Una finta nuova classe politica che concentrerà i propri sforzi elettorali nel 1994, in favore del nascente movimento di Forza Italia”. Lombardo, con riferimento alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese, secondo il quale Bettino Craxi e Silvio Berlusconi ”nel 1978/79 incontrarono il boss Giuseppe Piromalli ed altri capi ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro nella masseria di Giuseppe Piccolo”, non avrebbe prodotto alcun riscontro ai fini del processo. Lombardo, esaminando il contesto storico e politico di fine anni ’70 e di inizio degli anni ’90, ha sottolineato “la presenza sullo scenario del rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta di una componente della ‘ndrangheta. Si era in una fase di probabile cambiamento degli scenari politici in tempi di ‘democrazia bloccata’ e Aldo Moro – ha detto – era disallineato dalla logica dei blocchi contrapposti”. L’intervento del pubblico ministero proseguirà lunedì 27 febbraio, con probabile prosecuzione il giorno successivo, martedì 28 febbraio.

Le influenze sul sistema politico italiano

“Nei primi anni ’90, quanto avvenuto nel sistema politico italiano con la dissoluzione di importanti partiti storici, non ha trovato riscontro in nessun altro paese europeo”. Lo ha detto il Pg Giuseppe Lombardo, evidenziando l’interesse delle mafie italiane per gli sviluppi che si sarebbero potuti avere per effetto di ‘Mani pulite’. “Il sistema criminale di tipo mafioso aveva forte necessità di avere referenti politici nazionali per conoscere in anticipo le scelte di politica economica nazionali e le ricadute, soprattutto nel Sud, dove conta su una base di riferimento sociale molto ampia, che spesso non ha neanche gli occhi per piangere e che solo dai proventi pubblici può trovare occasione per vivere. La crisi del ’92 e la stagione delle stragi di fine 1993 e inizio 1994 – secondo Lombardo – rompono “il rapporto fiduciario” tra parti della politica e sistema criminale, ormai preoccupato per il volgere degli eventi a Palermo con gli esiti del maxiprocesso a cosa nostra”.

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