Le cosche attive in provincia di Catanzaro e le loro ramificazioni al di fuori dei confini regionali. E’ stata pubblicata nelle scorse ore la relazione della Direzione Investigativa Antimafia sul secondo semestre (luglio – dicembre) del 2021. Un’analisi realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione nella quale appare anche lo scioglimento di due Consigli comunali in provincia di Catanzaro: Simeri Crichi e Nocera Terinese con DPR del 30 agosto 2021. Il report non manca di ricordare le criticità del settore sanitario ove con DPR 13 settembre 2019 è stata commissariata l’ASP di Catanzaro per ingerenza della criminalità organizzata. Numerose le attività concluse dalle Forze di polizia nell’intera provincia di Catanzaro, tra queste si il sequestro effettuato dalla Guardia di finanza, nel luglio 2021, di oltre 3000 piante di cannabis in località Cavita di Catanzaro e a Tiriolo, a ridosso del fiume Corace.
‘Ndrangheta catanzarese al Nord Italia
‘Ndrangheta catanzarese al Nord Italia
Per quanto riguarda la ramificazione dei clan oltre i confini regionali, in passato a San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno, sono stati individuati soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta del catanzarese. Si ricorda inoltre nell’ultima relazione della Dia il pronunciamento della Corte di Assise d’Appello di Torino che, il 5 ottobre 2021, in relazione all’omicidio di un foggiano occorso ad Isola d’Asti il 12 gennaio 2013, in parziale riforma del giudicato di primo grado, ha emesso sentenza di condanna a 18 anni di reclusione nei confronti di 2 soggetti catanzaresi, uno dei quali già condannato a 6 anni di reclusione nell’ambito dell’operazione “Barbarossa”. Tuttavia, e segnatamente nel catanzarese e nel reggino, le evidenze investigative dimostrano l’esistenza di collegamenti fra la ‘ndrangheta tradizionalmente impermeabile a qualsivoglia forme di collaborazione criminale ed altre consorterie criminali estere. Si pensi ai gruppi di
etnia ROM che operano sul territorio calabrese da anni sia in autonomia, sia costituendo sodalizi con cosche locali.
L’allarme lanciato dal procuratore Nicola Gratteri
“Nel semestre in parola – è scritto nell’ultima relazione della Dia – nel Distretto di Catanzaro lo scenario criminale e l’operatività della criminalità organizzata ha confermato la pericolosità delle cosche incentrata sulla sempre maggiore capacità di penetrazione nei contesti economici, politico-amministrativi e sociali. Si osserva tuttavia una staffetta generazionale causata dal venir meno di capi e affiliati di rilievo decimati dai numerosi arresti e dalle inchieste giudiziarie. Nel territorio di Catanzaro non si sono registrati mutamenti significativi circa la mappatura criminale dove rimane salda la presenza dei clan “storici” attivi nelle attività usuraie con la finalità di rilevare attività economiche in sofferenza per poi “affidarle” a prestanome. E’ doveroso tener presente come la criminalità organizzata in questo ultimo periodo potrebbe annoverare tra i suoi interessi principali quello verso i fondi del PNNR. Anche il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha lanciato l’allarme sul pericolo concreto che i fondi del PNRR e le imprese siano nel mirino dell’‘ndrangheta. La ‘ndrangheta è sicuramente interessata ad accaparrarsi i fondi messi a disposizione dell’Europa attraverso il PNRR, mentre potebbe approfittarsi della crisi economica legata alla pandemia per impadronirsi di piccole e medie aziende utilizzando fiumi di denaro a disposizione delle
cosche. Sull’argomento il Procuratore ha aggiunto che “l’attenzione si sposta ora sul PNRR e sulla pioggia
di miliardi che sono già arrivati nel nostro Paese. Per le mafie l’attuale crisi economica legata alla pandemia è come una muleta sventolata sotto gli occhi del toro””.
‘Ndrangheta nel distretto di Catanzaro e nel Capoluogo
“A Catanzaro – rivela l’ultima relazione semestrale della Dia – risulta attiva la cosca dei Gaglianesi e degli Zingari soprattutto nei quartieri meridionali della città. Nel semestre in parola è stato inferto un duro colpo alla cosca Gallace di Guardavalle con l’arresto di due esponenti di spicco del clan avvenuti rispettivamente il 5 settembre e il 7 ottobre 2021 ad opera dei Carabinieri di Catanzaro. In particolare uno dei due si era reso latitante da circa un anno a seguito di un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Roma per espiare una condanna a 14 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il secondo anch’egli latitante dal 2020 era destinatario di un provvedimento di cumulo pene emesso nel novembre 2020 dalla Procura di Reggio Calabria per reati connessi con il narcotraffico. Da registrare l’importante operazione “Brooklyn”78 del 3 novembre 2021 condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla DDA di Catanzaro e che oltre all’esecuzione di 4 misure cautelari ha portato al sequestro del viadotto “Bisantis” di Catanzaro e della galleria “Sansinato” sulla SS280. I reati contestati agli indagati vanno dal trasferimento fraudolento di valori, all’autoriciclaggio, alla corruzione in atti giudiziari, all’associazione per delinquere e alla frode nelle pubbliche forniture con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso segnatamente la cosca Giampà di Lamezia Terme in relazione fra l’altro ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte “Morandi” di Catanzaro e di un tratto della strada Statale 280 “dei Due Mari”. Nel dettaglio i due titolari di fatto della società aggiudicataria dei lavori di manutenzione straordinaria di entrambe le opere avrebbero utilizzato della malta scadente nel realizzare l’intervento manutentivo con un conseguente guadagno sulla commessa”.
Il mercato degli stupefacenti
“Permane l’operatività delle ‘ndrine nel settore degli stupefacenti in linea – spiega la Direzione Investigativa Antimafia – con il trend che vede la criminalità organizzata calabrese come principale importatore e distributore del mercato degli stupefacenti. Significativa in tal senso è l’inchiesta del 12 ottobre 2021 dove la Polizia di Stato e i Carabinieri di Catanzaro nell’ambito dell’operazione denominata “Aesontium” hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 soggetti indagati, a vario titolo, di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, furto e porto abusivo di armi, nonché ricettazione ed estorsione. L’indagine prende il nome dal teatro delle indagini il quartiere Aesontium situato a sud del capoluogo. Nel provvedimento si legge che gli indagati erano impegnati nella gestione del traffico di stupefacenti “nell’area sud catanzarese epicentro in Traversa Isonzo. In particolare presso domicili, locali e luoghi di pertinenza della famiglia de U’ Muntanaru, dei promotori ed organizzatori e presso l’accampamento nomadi di viale Isonzo, tutti operanti nell’ottica di un’unica determinazione criminosa mirata ad attuare le finalità e le strategie dell’organizzazione criminale, dedita al traffico delle sostanze stupefacenti, cocaina ed eroina, con fonti di approvvigionamento di eroina anche fuori regione, tra cui un cittadino albanese, proveniente da Polignano a Mare (BA), finalizzata alla commercializzazione di numerosi quantitativi, anche ingenti, di sostanze stupefacenti di eroina, ciascuno con le condotte e ruoli anche qualificate”. Ancora il 26 ottobre 2021 i Carabinieri e la Polizia di Stato coordinati dalla DDA di Catanzaro nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Drug family” hanno eseguito 30 misure di custodia cautelare per associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di stupefacente ai fini di spaccio, estorsione e reati connessi. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione criminale su base familiare operante questa volta nel quartiere Aranceto di Catanzaro. Il sodalizio è apparso ben strutturato e con specifici compiti e ruoli assegnati ad ogni suo componente a partire dai promotori passando per gli organizzatori degli approvvigionamenti fino ad arrivare agli incaricati dello spaccio dello stupefacente del tipo marijuana, hashish, cocaina ed eroina. Nell’area del territorio di Lamezia Terme ed in particolare in Sambiase, Sant’Eufemia, Curinga e Nocera Terinese è attiva la cosca Iannazzo – Da Ponte – Cannizzaro. La Torcasio – Cerra – Gualtieri opera invece a Nicastro soprattutto nel centro storico e in località Capizzaglie. Nel restante territorio di Nicastro sono attivi i Giampà. Il 2 dicembre 2021 la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro in seno al rito scaturito dall’operazione “Perseo”81 che aveva già indebolito le cosche lametine ha emesso 11 condanne nei confronti di coloro che hanno scelto il rito abbreviato. Nella zona di Soverato operano oltre alla sopracitata cosca dei Gallace di Guardavalle i Sia – Procopio – Tripodi. Infine nell’area delle cd. Preserre, ovvero nei comuni di Chiaravalle e Torre di Ruggiero sono attive le cosche Iozzo – Chiefari”.