Prestavano a tassi usurari il denaro ottenuto con il traffico di stupefacenti. Nuovo blitz dei carabinieri a Torino e nell’hinterland del capoluogo piemontese. Sono complessivamente le 17 misure cautelari in carcere emesse dal gip del Tribunale di Ivrea su richiesta della locale Procura, nei confronti di altrettante persone.
I nomi delle persone coinvolte nell’inchiesta
I nomi delle persone coinvolte nell’inchiesta
Gli arrestati raggiunti dalla misura di custodia cautelare i carcere firmata dal gip di Ivrea Ombretta Vanini sono: Antonio e Francesco Barbaro, Vittorio Bellofatto, Giuseppe Carnazza, Francesco Catanzariti, Stefano Ciervo, Luca Di Girolamo, Fabio Folino, Vittorio Gargiulo, Massimiliano Mereu, Davide Alfonso Molino, Giuseppe Priolo, Giovanni Proto, Matteo Vicciantuoni, Giovanni Villella, Piero Viola e Rachid Zouine. Sono accusati a vario titolo di concorso in usura, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, porto abusivo d’arma da fuoco, riciclaggio e traffico internazionale di autovetture rubate. L’unico a non essere colpito da misura cautelare in carcere è Fabio Cuomo, che resta indagato a piede libero.
Le ipotesi accusatorie
L’indagine dei militari dell’Arma nasce dal suicidio di una vittima che non riusciva a pagare debiti con tassi d’interesse pari al 94%. Identificati due usurai, è stata individuata una complessa attività criminale che coinvolgeva anche altri complici a loro collegati per lo spaccio di cocaina, alcuni dei quali contigui a esponenti di una locale di ‘ndrangheta. Scoperti anche episodi di ricettazione e di riciclaggio di auto di lusso destinate al mercato estero. Lo spaccio di cocaina avveniva per lo più sulla piazza di Settimo Torinese ed era gestito da due gruppi. Il primo faceva riferimento a Davide Alfonso Molino, 45 anni, di Settimo Torinese con l’aiuto di Vittorio Bellofatto, 52 anni, stessa città; il secondo gruppo era gestito da Vittorio Gargiulo, 52 anni, di Torino, con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga, che nella sua attività illecita si faceva aiutare da Stefano Ciervo, 41 anni, di Settimo Torinese e Massimiliano Mereu, 43 anni, di Corio Canavese.