‘Ndrangheta in Valle d’Aosta, la Dda di Torino chiede 5 condanne

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La Dda di Torino ha chiesto la condanna dei cinque imputati nel processo Geenna con rito ordinario su una presunta locale di ‘Ndrangheta ad Aosta. Le pene richieste sono: 10 anni per Marco Sorbara, consigliere regionale sospeso; 10 anni per Monica Carcea, ex assessore comunale a Saint-Pierre; 12 anni per Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta sospeso, 10 anni per Alessandro Giachino, dipendente del Casino’ di Saint-Vincent; 16 anni per il ristoratore Antonio Raso. Sorbara e Carcea sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa mentre gli altri tre imputati, detenuti, sono accusati di essere membri del locale di ‘ndrangheta di Aosta. Lo scorso 18 luglio il gup di Torino aveva condannato tutti i 12 imputati nello stesso procedimento e che avevano scelto il rito abbreviato, con pene fino a 12 e otto mesi (per Bruno Nirta).

La requisitoria

La requisitoria

Le richieste di condanna nel processo Geenna – su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta – sono state avanzate al tribunale di Aosta dal procuratore capo di Torino Anna Maria Loreto, coordinatore della Dda all’epoca dell’inchiesta. “Nonostante l’incensuratezza “non chiederemo le generiche – ha detto in aula – consapevoli che gli imputati al termine dell’abbreviato se le sono viste riconoscere”. I fatti “sono gravissimi, la condotta che gli imputati hanno posto in essere non è marginale ma di estrema importanza. La condotta processuale non ci permette di ravvisare alcuna presa di distanza dal contesto criminale. Non c’è stata una presa di coscienza né di distanza. Questi imputati hanno intaccato il funzionamento della pubblica amministrazione, hanno intaccato il margine di questo territorio, sia all’interno che all’esterno. Lo hanno usato come fosse loro”.

Le richieste di risarcimento

Ammontano a due milioni e 250 mila euro le richieste di risarcimento complessivo avanzate dalla parti civili al tribunale di Aosta nei confronti degli imputati del processo Geenna con rito ordinario. La Regione Valle d’Aosta (avvocato Riccardo Jans) ha chiesto un risarcimento non inferiore a 600 mila euro, con una eventuale provvisionale del 50 per cento. E’ di un milione, con una provvisionale non inferiore a 450 mila euro, l’istanza del Comune di Aosta (avvocato Gianni Maria Saracco). Ammonta a 350 mila la richiesta complessiva del Comune di Saint-Pierre (avvocato Giulio Calosso), con provvisionale del 50 per cento. Infine l’associazione Libera (avvocato Valentina Sandroni) ha chiesto 300 mila euro, con una provvisionale di 50 mila euro. In base al calendario attualmente fissato, la sentenza è attesa il prossimo giovedì 17 settembre.

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