Gli appunti del pentito Barbieri: “Soggiorni gratis del clan Bonavota nei villaggi degli Stillitani”

Agli atti del processo "Imponimento" le nuove dichiarazioni dell'ex braccio destro di Domenico Bonavota e dieci fogli manoscritti (omissati)

Non solo Accorinti. Agli atti del processo con rito ordinario scaturito dalla maxi inchiesta “Imponimento” che si sta svolgendo nell’aula bunker di Lamezia Terme, il pm antimafia Antonio De Bernardo ha depositato un nuovo verbale di Onofrio Barbieri, il 43enne ex braccio destro del presunto boss di Sant’Onofrio Domenico Bonavota, che dalla scorsa primavera collabora con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri. E’ datato tre luglio 2023 e il contenuto è in gran parte coperto da omissis, compresi i dieci fogli di appunti scritti dal neo-pentito di proprio pugno su fatti a sua conoscenza allegati al verbale nel quale fa i nomi del presunto boss di Filadelfia Rocco Anello, svela i presunti rapporti degli imprenditori Stillitani con la ‘ndrangheta e rivela i soggiorni dei Bonavota nei loro villaggi vacanza. “In più circostanze – rivela Onofrio Barbieri – mio fratello Giuseppe Barbieri si era rivolto a Rocco Anello per soggiornare in questi villaggi (gli appartenenti al nostro gruppo avevano, in virtù di questi rapporti, la possibilità di soggiornare in questi villaggi a prezzi scontati o gratis”.

L’imprenditore “vicino” ai Bonavota e le pulizie al Club Med

Il collaboratore di giustizia di Sant’Onofrio chiama poi in causa un imprenditore suo compaesano, Antonio Facciolo, imputato in “Imponimento”: “Per il tramite di un accordo tra Rocco Anello e Domenico Bonavota lavorava in questi villaggi. Anello poteva decidere questo perché aveva gli accordi con gli Stillitani e perché comunque in quel territorio comandava lui”. Sulla figura di Antonio Facciolo si sofferma anche il collaboratore di giustizia Antonio Accorinti che parla specificatamente di lui nel verbale del 31 luglio 2023. Dinnanzi al sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Andrea Giuseppe Buzzelli e agli investigatori della Squadra Mobile di Vibo e dello Scico di Catanzaro, il pentito precisa di non aver mai visto e di non saper riconoscere neanche in foto l’imprenditore ma di sapere di chi si tratta e di poter riferire di alcune dinamiche che lo hanno coinvolto all’interno del Club Med. “Gestiva una ditta di pulizie – spiega agli inquirenti parlando di Facciolo – che aveva l’appalto relativo alla pulizia delle camere del Club Med. Ricordo che a un certo punto è stato estromesso per favorire una ditta riconducibile a Domenico Cordì, genero di uno dei Piromalli”. Accorinti inquadra Facciolo come “soggetto vicino ai Bonavota” e aggiunge che “l’estromissione della sua ditta dal villaggio Club Med era stata voluta da Luni Scarpuni (Mancuso n.d.r.) che doveva favorire la ditta riconducibile ai Piromalli”. Secondo quanto riferito dallo stesso Accorinti, l’impresa di pulizie di Facciolo era rimasta a lavorare all’interno di un’altra struttura dei fratelli Stillitani, il Garden Resort. “Successivamente – conclude il pentito – tra il 2018 e il 2019, la ditta concorrente riconducibile al Cordì è stata oggetto di sequestro nell’ambito di una operazione che ha coinvolto lo stesso titolare Domenico Cordì e il Facciolo è tornato nuovamente a lavorare anche all’interno del Club Med”.

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