«Dio dei cieli, Principe della pace,
datore di ogni dono perfetto,
datore di ogni dono perfetto,
ascolta la mia preghiera.
In quest’ora solenne per la mia giovane vita,
a Te con fiducia affido il mio cuore,
la mia volontà, la mia mente.
Trepidante Ti chiedo di benedirmi,
per essere un buon Allievo Ufficiale.
Fa che il dialogo, leale e perseverante,
possa stemperare ogni umana contesa.
Fa che la pace sia da tutti vissuta
come fondamento del bene.
Fa che la vita sia sempre accolta e difesa
come il dono più grande e prezioso.
Per questo ti chiedo che questo “spadino”
simbolo della mia nuova dignità,
da Te ora benedetto, m’insegni a operare nell’ordine
e nella legalità per il bene di tutti.
Questa preghiera particolare è stata recitata la notte scorsa nella chiesa del SS Rosario a Sellia Marina (Cz): si tratta della benedizione dello “spadino” che suggella l’investitura ufficiale del giovane selliese Gaetano Tallarigo, cadetto dell’esercito presso la prestigiosa Accademia paracadutisti Folgore. Lo spadino gli è stato consegnato appena un mese fa durante una cerimonia solenne che si è tenuta a Modena e, secondo le regole dell’Accademia, non può essere sguainato finché il cadetto non abbia consacrato davanti a Dio la fedeltà agli alti valori ed ai principi che lo hanno portato alla scelta di dedicare la vita allo Stato. Ecco allora che nella notte di Natale – e per la primissima volta nella comunità di Sellia Marina – Gaetano ha vestito l’alta uniforme da allievo ufficiale ed ha giurato rispetto a valori fondanti come onore, dignità, fedeltà, audacia, volontà, lealtà, esempio, fierezza e coraggio.
La tradizione della benedizione dello spadino, che spetta al parroco dell’allievo, in questo caso Don Giuseppe Cosentino, è molto antica e prevede che il cadetto custodisca gelosamente lo spadino e lo offra, come simbolo della sua stessa vita e della sua professione, impegnata al servizio del bene, al Signore che nasce. Lo spadino è stato sfoderato dalla persona di sesso opposto che non tradirà mai il cadetto: la mamma di Gaetano Rosanna Patarino. Don Giuseppe, poi, ha augurato al giovane di poter essere un servitore dello Stato con i valori cristiani vivendo in pienezza il significato del rito celebrato. «Ad maiora e auguri a Gaetano, al papà Federico alla mamma Rosanna ai fratelli Felice e Lorenzo e a tutta la famiglia» ha concluso il parroco.
Antonia Opipari