Riunione online per decidere il futuro dei lavoratori delle cliniche San Bartolo e Misasi. Le due strutture di proprietà della famiglia Morrone sono state acquisite dal gruppo i Greco che pare stia decimando il personale. Da oltre 160 dipendenti sono ora meno di 110 e si annunciano nuovi licenziamenti. Esuberi che verosimilmente la proprietà ritiene necessari per ristabilire l’equilibrio finanziario delle due società accreditate con la Regione Calabria per diversi generi di prestazioni sanitarie. In un periodo in cui la carenza di personale diffusa nella sanità calabrese mina l’incolumità dei cittadini, iGreco pare intenda licenziare almeno 50 persone. Lavoratori con un età media che supera i 55 anni, molti dei quali a pochi anni dal pensionamento.
Posti di lavoro a rischio
Posti di lavoro a rischio
Inizialmente previsto nella sede di Confindustria Cosenza, l’incontro virtuale ha raccolto la partecipazione di sindacati (Fp Cgil, Fps Cisl, Usb, Cisal Terziario e Snalv) di un delegato di Confindustria, del gruppo iGreco con l’avvocato Marco Facciolla, del gruppo San Bartolo Misasi attraverso il coordinatore delle risorse umane nominato da iGreco capitano dei carabinieri in pensione Gianfranco Aricò. Quest’ultimo a poche ore dalla riunione ha dichiarato che non è stato trovato un accordo con i lavoratori. Si chiude così il tavolo di trattativa, per ora. In vista circa 50 licenziamenti. Lavoratori ai quali per ora, fino al 31 dicembre, sono state accordate ferie forzate e cassaintegrazione, in attesa dell’apertura di un nuovo confronto con il coinvolgimento della Regione Calabria e dell’Ispettorato del Lavoro di Cosenza. Venerdì mattina, alle 10:00, è prevista una manifestazione di protesta davanti gli uffici dell’Asp di Cosenza.
I sindacati
“Nella procedura – sottolineano in una nota i sindacati è indicata la soppressione totale dei servizi di portineria e di centralino, i quali in un periodo di emergenza sanitaria in cui i familiari delle persone ricoverate non possono visitare assiduamente i loro cari, rappresentano dei punti di riferimento importanti per la gestione dei pazienti e delle loro famiglie. Tra le figure per le quali è previsto il licenziamento, inoltre, ci sono gli ausiliari e le educatrici. Nel primo caso, questi lavoratori potrebbero svolgere i servizi di pulizia, ma la società preferisce l’esternalizzazione del servizio, lasciando padri di famiglia senza lavoro. Nel secondo caso, quello delle educatrici, l’azienda prevede di soddisfare le esigenze di attività occupazionali per i 60 anziani presenti nella struttura con solo due lavoratrici, attività che risulta improponibile a meno che non si ammetta una grave carenza nei servizi offerti agli utenti. In merito all’esubero di personale relativo al laboratorio di analisi si è evidenziato da parte dei sindacati che la presenza dello stesso è requisito per l’accreditamento non ritenendo giustificata la soppressione di detta attività con il relativo licenziamento del personale. Ciò che appare evidente, in ultima analisi, è una totale indisponibilità da parte della società iGreco a riconsiderare un licenziamento collettivo”. (mti)