Nessun finanziamento per la statale 106 nel decreto Infrastrutture

L'analisi di Confcommercio è allarmante: ben 1,6 milioni di giovani sono emigrati dal Sud Italia anche a causa della carenza di infrastrutture

La notizia che il Governo avrebbe approvato un decreto legge per completare l’ammodernamento della strada Statale 106 smentita dal comitato scientifico dell’organizzazione di volontariato Basta Vittime Sulla Strada Statale 106.

Il decreto Infrastrutture

Il decreto Infrastrutture

“Il decreto Infrastrutture – spiega in una nota il comitato scientifico dell’associazione Basta Vittime sulla statale 106 – consentirà ai Comuni ed alla Regioni di poter effettuare interventi di miglioramento, di manutenzione o di nuova costruzione solo e soltanto per le strade di proprietà. Non di certo per le strada Statali e quindi per la S.S.106. Il decreto legge infrastrutture consentirà finalmente di sbloccare il Fondo perequativo infrastrutturale con una dotazione di 4,6 miliardi di euro per gli anni 2022-33, al fine di assicurare il recupero del divario tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale. Le nuove disposizioni sulla progettazione territoriale, con la dotazione di 120 milioni di euro, consentiranno a 4.600 Comuni italiani (tutti quelli sotto i 30mila abitanti nel Sud e nelle aree interne) di dotarsi di un ‘parco progetti’ adeguato alle tante opportunità che ai Comuni stessi vengono offerte in questi anni, con il PNRR, con il FSC, con i fondi strutturali. Inoltre la misura agevolativa ‘Resto al Sud’ è estesa ai territori insulari dei comuni localizzati nelle isole minori”

Carenza infrastrutture, emorragia di giovani

“Il comitato scientifico dell’organizzazione di volontariato Basta Vittime sulla statale 106, seppure intenda complimentarsi con il Governo per l’iniziativa assunta con l’approvazione del decreto legge Infrastrutture, smentisce qualsiasi possibilità di utilizzare tale opportunità per la realizzazione dell’ammodernamento della strada Statale 106. Infine, – si legge nella nota diramata dall’associazione – spiace dover rilevare che dall’analisi di Confcommercio su economia e occupazione al Sud emerge quanto stia crescendo la fuga dei giovani tra il 1995 e il 2020. Dal 1995 ad oggi, infatti, l’Italia nel complesso perde 1,4 milioni di giovani. Una perdita dovuta ai giovani meridionali. Nel Mezzogiorno si registra un crollo: rispetto al 1995, mancano nel Sud oltre 1,6 milioni di giovani. Il peso percentuale della ricchezza prodotta dal Mezzogiorno sul totale Italia si è ridotto, passando da poco più del 24% al 22%, mentre il Pil pro capite è rimasto intorno alla metà di quello del Nord ed il covid-19 sembra aver accentuato questa tendenza negativa. Tutto questo, è stato rilevato, è causato soprattutto alla mancanza di infrastrutture moderne”.

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