“Nessuno può vietarmi di usare le parole ‘negro’ e ‘frocio’, in calabrese dico ‘nigru’ per dire negro, non c’è altro modo. Nessuno può venirmi a dire che io, come minoranza calabrese, non possa utilizzare il termine che meglio riconosco.
Guai a chi mi vuole impedire di utilizzare la parola ‘ricchione'”. E’ quanto ha affermato, in un dibattito organizzato dalla Lega a Catania, il vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione Calabria Nino Spirlì il quale, ormai da tempo, conduce una crociata contro il politically correct e l’uso della parola “gay”. Prima di mostrare un rosario il vicepresidente della Regione ha coronato il suo discorso attaccando “la lobby frocia, che ti impedisce di chiamare le cose col loro vero nome”.
Guai a chi mi vuole impedire di utilizzare la parola ‘ricchione'”. E’ quanto ha affermato, in un dibattito organizzato dalla Lega a Catania, il vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione Calabria Nino Spirlì il quale, ormai da tempo, conduce una crociata contro il politically correct e l’uso della parola “gay”. Prima di mostrare un rosario il vicepresidente della Regione ha coronato il suo discorso attaccando “la lobby frocia, che ti impedisce di chiamare le cose col loro vero nome”.