Nicola Gratteri giornalista per un giorno scrive delle violenze dei narcos in America Latina

"Don Luigi non è un giudice, ma sa quanto grave sia il problema dei trafficanti di clandestini, e come questa attività ogni anno arricchisca la criminalità"

Nicola Gratteri giornalista per un giorno. Ma soprattutto, giornalista “per caso”. Perché scriviamo “Gratteri giornalista per caso e per un giorno”? Perché è proprio il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che firma la prefazione del libro in cui monsignor Luigi Ginami “Messico Arminda” (Edizioni Messaggero di Padova) racconta le violenze inaudite e lo strapotere immenso dei narcos in America Latina, tema questo caro al giudice Gratteri per avere egli già in passato indagato sull’attività dei narcos nel traffico internazionale dell’eroina. Il libro per il quale Nicola Gratteri ha scritto la prefazione è solo uno dei tanti tasselli della grande opera umanitaria che da anni viene portata avanti dalla Fondazione Santina di Bergamo e di cui monsignor Luigi Ginami è animatore fondatore e cervello pensante. La prefazione del magistrato calabrese Nicola Gratteri al saggio di Luigi Ginami è stata pubblicata il 6 febbraio scorso da “Mar Dentro”, un importante giornale di Acapulco in lingua spagnola (“Luigi. Conoce, escucha, ayuda. Los viajes de don Gigi Ginami”) e che Giornalisti Italia oggi ripropone nella sua versione italiana. Ma c’è anche una versione in lingua inglese (“Luigi. Meet, listen, help. The travels of don Gigi Ginami”) che accompagna la versione spagnola.

Pino Nano

Pino Nano

Incontrare, ascoltare, aiutare. I viaggi di don Gigi Ginami

Ogni reportage dal campo di don Luigi Ginami è uno scrigno che contiene cose preziose. Le attività benefiche e meritorie della “Fondazione Santina” lo conducono di frequente in zone remote del mondo dove incontra, ascolta e aiuta uomini e donne, spesso bambini, in condizione di estremo bisogno. Gli spaccati di vita che vengono descritti nei suoi libri raccontano con partecipazione, ma anche con estremo realismo, situazioni di povertà, di solitudine, a volte di violenza, che consentono al lettore di fare esperienza diretta delle profonde disparità del mondo. Anche in questo volume, Messico/Arminda, vengono in più pagine raccontate le dinamiche di un’ordinaria violenza quotidiana, a volte priva di senso, che segnano la vita di intere popolazioni. La protagonista di una delle storie narrate, Arminda, ha visto morire in modo violento, apparentemente senza motivo, molti componenti della sua famiglia. Lei, però, non è morta dentro, non chiede vendetta, e accoglie in casa don Luigi “con uno sguardo dolce”, nonostante sia “devastata dalla violenza e dal dolore”. Ciò che colpisce in queste pagine è l’atteggiamento compassionevole della famiglia che, pur in condizioni di bisogno e pur necessitando dell’aiuto della Fondazione, prima di accettare chiede se qualcun altro ne avesse più bisogno di loro, perché nel caso rinuncerebbero. Credo sia una grande lezione di dignità. In un altro capitolo del volume viene raccontata la celebrazione del battesimo di Santina, una bellissima bimba nata nel carcere di Las Cruces ad Acapulco, dal papà Luís e dalla mamma Damaris, una coppia condannata a una pena detentiva di oltre cinquant’anni. Sono entrambi accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato punito con molta severità in Messico. Don Luigi non è un giudice, ma nel colloquio con la coppia dimostra di sapere quanto grave sia il problema dei trafficanti di clandestini, e come questa attività ogni anno arricchisca la criminalità del luogo. Al tempo stesso descrive la vita di questa coppia e di questa bimba – l’unica che non ha colpa –, all’interno di uno dei penitenziari più violenti del mondo. Così don Luigi ha un’idea illuminante e decide di portare, almeno per una mattinata, la piccola Santina al mare. Nel nostro mondo una gita al mare è un’azione ordinaria, in quel contesto è una vera odissea di permessi, di difficoltà, di possibili pericoli, ma è anche un atto di giustizia verso la piccola, un atto simbolico di rispetto per l’umanità, quindi per don Luigi e i suoi collaboratori un compito indifferibile. Di quella gita, del sorriso di quella bimba, dobbiamo essergli tutti grati. Apprezzo molto l’opera di don Gigi Ginami, la sua vocazione all’aiuto dell’altro, la sua schiena dritta, la sua etica del “prima fare, poi parlare”. Credo che la sua attività missionaria, il soccorso che riesce a portare in posti del mondo vicini e lontani, sia un dono per chi riceve un aiuto importantissimo, ma credo sia un dono anche per chi dà; per chi, attraverso gli occhi di don Gigi, riesce a vedere un mondo molto diverso da quello in cui vive abitualmente. In tutti i libri di questa collana sono descritte situazioni sociali e umane difficili, a volte limite, ma al contempo, in ogni pagina c’è sempre una lezione di umanità. In questo senso, lo dicevo all’inizio, ogni libro è uno scrigno in cui si trovano sempre cose preziose”.

Nicola Gratteri

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