No a doppia preferenza di genere, Puccio: “Posizione regressiva da opposizione”

Nota stampa di Giovanni Puccio, responsabile organizzativo Pd Calabria in merito alla bocciatura della doppia preferenza di genere arrivata nella giornata di ieri in Consiglio regionale.

“L’esito finale della votazione odierna in Consiglio regionale ha definitivamente chiarito, qualora ve ne fosse ancora bisogno, quali forze politiche non volevano e non hanno voluto la doppia preferenza di genere.

“L’esito finale della votazione odierna in Consiglio regionale ha definitivamente chiarito, qualora ve ne fosse ancora bisogno, quali forze politiche non volevano e non hanno voluto la doppia preferenza di genere.
Una norma di assoluto buon senso che va nella direzione della parità per favorire l’accesso delle donne alle Assemblee rappresentative degli enti locali e dare senso compiuto alla democrazia paritaria.
Le avvisaglie si erano già manifestate nelle precedenti sedute dell’Assemblea regionale con posizioni di distinguo anche dei singoli consiglieri, rispetto alla norma proposta, che oggi si sono dimostrate strumentali per arrivare ad affossare definitivamente la legge.

Una legge di civiltà che avrebbe dovuto essere condivisa perché rappresenta e finalmente sancisce anche normativamente un principio che va al di la delle stesse posizioni politiche e recepisce istanze forti e legittime.

Su principi ispirati alla civiltà, alla democrazia, alla parità, pur nelle diverse sensibilità dei singoli consiglieri, l’Assemblea calabrese avrebbe dovuto dare segnali ben diversi.

E’ bene che le calabresi e i calabresi sappiano, dunque, che le forze politiche di opposizione hanno ancora una volta dimostrato la loro irresponsabilità istituzionale e la mancanza di rispetto verso una sempre più ampia fascia di donne che si impegna nella politica e nella società.

Sappiamo fin troppo bene queste forze politiche di centrodestra quale considerazione hanno della donna, lo abbiamo visto a Verona, lo leggiamo tutti i giorni sugli organi di informazione.

Oggi hanno veramente toccato il fondo negando non solo un diritto di parità ed uguaglianza ma l’evolversi stesso anche della nostra società. Una posizione regressiva che getta un ombra buia sul regionalismo calabrese.

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