No alla proroga dei precari, scatta la diffida

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Non ci stanno gli avvocati Eugenio Felice Perrone e Giacomo Carbone a vedere scavalcati i diritti di una trentina dei loro assistiti, tutti inseriti in posizione utile nella graduatoria pubblicata in data 21 febbraio 2019 dopo aver superato il concorso per operatore socio-sanitario indetto dall’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio. E scatta la diffida per l’Azienda ospedaliera che vuole disporre il mantenimento in servizio del personale a tempo determinato degli Oss e degli infermieri, prorogandone il contratto, senza quindi procedere ad attingere alla graduatoria, che è la risultante di un concorso.

Legge violata. Per i legali, preferire i precari a chi ha vinto un concorso comporta una violazione di legge, così come utilizzare “le proprie scelte” per la copertura dei posti disponibili equivale ad  eludere i risultati di un concorso, consentendo a persone non risultati vincitori di proseguire il rapporto di lavoro con l’Azienda sanitaria e paradossalmente si finirebbe per impedire agli idonei risultanti dalla graduatoria definitiva di ricoprire posizioni lavorative che a loro spettano. Gli avvocati ribadiscono nella diffida che la legittimità del concorso e della graduatoria definitiva è stata di recente sancita anche dalla sentenza del Tar di Catanzaro, numero 1210 del 2019. Una diffida a viso aperto quella formulata dai legali Perrone e Carbone in cui si chiede all’Azienda sanitaria “di non procedere in primis alla proroga dei precari e in ogni caso, ove l’Azienda intendesse stipulare contratti a tempo determinato, deve attingere anche in questo caso alla graduatoria di coloro che sono risultati idonei con riserva di contratto a tempo indeterminato. Diversamente opinando, si finirebbe per aggirare il risultato del concorso che statuisce chi è idoneo e chi non lo è”. (g. p.)

Legge violata. Per i legali, preferire i precari a chi ha vinto un concorso comporta una violazione di legge, così come utilizzare “le proprie scelte” per la copertura dei posti disponibili equivale ad  eludere i risultati di un concorso, consentendo a persone non risultati vincitori di proseguire il rapporto di lavoro con l’Azienda sanitaria e paradossalmente si finirebbe per impedire agli idonei risultanti dalla graduatoria definitiva di ricoprire posizioni lavorative che a loro spettano. Gli avvocati ribadiscono nella diffida che la legittimità del concorso e della graduatoria definitiva è stata di recente sancita anche dalla sentenza del Tar di Catanzaro, numero 1210 del 2019. Una diffida a viso aperto quella formulata dai legali Perrone e Carbone in cui si chiede all’Azienda sanitaria “di non procedere in primis alla proroga dei precari e in ogni caso, ove l’Azienda intendesse stipulare contratti a tempo determinato, deve attingere anche in questo caso alla graduatoria di coloro che sono risultati idonei con riserva di contratto a tempo indeterminato. Diversamente opinando, si finirebbe per aggirare il risultato del concorso che statuisce chi è idoneo e chi non lo è”. (g. p.)

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