Quest’anno il “premio Nobel per la Pace” è stato assegnato a due giornalisti dissidenti che, nei loro rispettivi paesi, sono stati perseguitati da governi autoritari che ne hanno represso la libertà di stampa. Maria Ressa, cofondatrice e direttrice del giornale filippino Rappler, e Dmitry Muratov, cofondatore e direttore del giornale russo Novaya Gazeta, sono stati premiati per “i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura”.
I complimenti di Biden
I complimenti di Biden
Joe Biden si è congratulato con i giornalisti Maria Ressa e Dmitri Muratov per il “meritato” premio Nobel per la Pace e per aver, “come molti reporter nel mondo, perseguito i fatti instancabilmente e senza paura. Per il loro impegno verso i principi base della libera stampa – indispensabili in una democrazia sana – hanno subito costanti minacce, molestie, intimidazioni, azioni legali e, nel caso di Muratov, la morte dei colleghi”, ricorda il presidente Usa definendo i due, e i giornalisti come loro, “la prima linea della battaglia globale per la vera idea della verità”.
Ressa e Muratov “hanno lavorato per controllare l’abuso del potere, denunciare la corruzione, chiedere trasparenza. Sono stati tenaci nel trovare media indipendenti e nel difenderli contro le forze che cercando di silenziarli”, sottolinea Biden, che si dice “grato per il loro lavoro rivoluzionario per ‘tenere la linea’, come spesso dice Ressa”. Il presidente americano plaude anche alla commissione Nobel per “aver portato una più grande attenzione alla crescente pressione sui giornalisti, la libera stampa, la libertà di espressione in tutto il mondo”.