La Corte di Cassazione ha assolto il giornalista Pietro Mancini, 57 anni, dall’accusa di averdiffamato sul quotidiano “l’Avanti!” il magistrato Alberto Cisterna, 59 anni, accusandolo di “non essere stato garantista” nei confronti di suo padre, l’ex ministro calabrese Giacomo Mancini.
Cisterna – secondo quanto comunica Mancini – aveva presentato ricorso avverso la sentenza con la quale, il 14 dicembre 2018, la Corte di Appello di Perugia, in riforma della sentenza del Tribunale della stessa città, il 15 settembre 2016, ha assolto Pietro Mancini dal reato di diffamazione a mezzo della stampa per un articolo sul quotidiano “l’Avanti!” nel quale accusava il magistrato Alberto Maria Cisterna di “non essere stato garantista nei confronti del padre, Giacomo Mancini”.
Cisterna – secondo quanto comunica Mancini – aveva presentato ricorso avverso la sentenza con la quale, il 14 dicembre 2018, la Corte di Appello di Perugia, in riforma della sentenza del Tribunale della stessa città, il 15 settembre 2016, ha assolto Pietro Mancini dal reato di diffamazione a mezzo della stampa per un articolo sul quotidiano “l’Avanti!” nel quale accusava il magistrato Alberto Maria Cisterna di “non essere stato garantista nei confronti del padre, Giacomo Mancini”.
Nello stesso procedimento il direttore responsabile de “l’Avanti!”, Walter Lavitola, 53 anni, era accusato di omesso controllo. Per il Tribunale di Perugia, infatti, il fatto addebitato a Pietro Mancini non costituiva reato, in quanto «privo di carattere offensivo per la reputazione del dottor Cisterna, costituitosi parte civile».
Redazione Calabria 7