Non è l’Arena, Giletti cita Bocca e presenta il nostro editore Fabio Celia

di Danilo Colacino – Live Non è l’Arena. Il conduttore Massimo Giletti cita Giorgio Bocca e le sue affermazioni sulla Calabria e, nel rioccuparsi per l’ennesima volta del ‘Caso Catanzaro’, presenta il nostro editore Fabio Celia, ospite della trasmissione.

Dopo il “ring” con la giornalista catanzarese Giulia Zampina, ecco accomodarsi al centro dello studio Celia che – parola di Giletti – ci mette la faccia da indagato (per 264 euro, presuntivamente lucrati in maniera indebita) e inizia a spiegare – da un osservatorio privilegiato, per così dire – il caso Gettonopoli. Il nostro Fabio, da consigliere comunale dimissionario, attacca il sindaco Sergio Abramo e il presidente del civico consesso Marco Polimeni che invita per l’ennesima volta a dimettersi. E non è finita qui, sotto accusa da parte sua anche Forza Italia.

Dopo il “ring” con la giornalista catanzarese Giulia Zampina, ecco accomodarsi al centro dello studio Celia che – parola di Giletti – ci mette la faccia da indagato (per 264 euro, presuntivamente lucrati in maniera indebita) e inizia a spiegare – da un osservatorio privilegiato, per così dire – il caso Gettonopoli. Il nostro Fabio, da consigliere comunale dimissionario, attacca il sindaco Sergio Abramo e il presidente del civico consesso Marco Polimeni che invita per l’ennesima volta a dimettersi. E non è finita qui, sotto accusa da parte sua anche Forza Italia.

Celia è un fiume in piena: “Senza Non è l’Arena nella mia città finiva tutto a tarallucci e vino. Pensate che il mio ex capo politico Enzo Ciconte dopo essersi candidato contro Abramo (alfiere del centrodestra, ndr) ha esaurito il suo amore nei confronti del centrosinistra. E che dire del mancato passo indietro: non lo fanno per Agenda Urbana e il Piano regolatore che interessano a molti. Anzi si apprestano a formare un nuovo Governo del territorio”.

Parte ora il filmato registrato nel capoluogo dall’inviato della trasmissione de la7 Danilo Lupo che è tornato da Giuseppe Pisano. Ma stavolta il membro dell’assise cittadina non è loquace come due settimane fa. Sotto accusa anche l’asserita ritardata denuncia di Eugenio Riccio, che però precisa di “dover parlare prima con il magistrato”. Affermazioni secche, invece, da parte di Manuela Costanzo: “Due di noi sono stati eletti in consiglio regionale, Filippo Mancuso e Libero Notarangelo, e io mi dovrei vergognare? Perché?”.

È poi la volta di Sergio Costanzo, che si “scalda” quando Lupo gli imputa di guadagnare più dell’azienda di cui è dipendente: “Non è così. Lei afferma un falso. Io sono un uomo pubblico conosciuto da migliaia di persone. Sono il primo degli eletti a Catanzaro. Si informi. Io mi assentavo per espletare al meglio il ruolo di consigliere, accompagnando la gente nei vari uffici municipali. Io ho fatto il lavoro per cui sono stato votato, lo dice la legge, legga i verbali”.

Lupo, nel prosieguo dell’inchiesta giornalistica, cerca invano il sindaco Sergio Abramo nei palazzi amministrativi di cui è a capo: Comune e Provincia. Ma i suoi collaboratori o personale degli stessi enti – resi irriconoscibili dalla trasmissione stessa attraverso i volti ‘pixellati’ e la voce ‘camuffata’ – dicono che non c’è. Nulla di fatto pure sotto casa e all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario di ieri. Sul punto l’ex Pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro, altro opinionista insieme al giornalista Alessandro Cecchi Paone, fa addirittura satira: “Qualcuno non va in Tribunale, perché non sa se ne uscirà”.

Lupo è un segugio e la Costanzo gli consiglia di ‘travisarsi’ con una parrucca. Ma lui non lo fa, tuttavia cerca lo stesso il consigliere Tommaso Brutto, che percepirebbe 3mila euro lorde dall’azienda Verde Oro rimborsate da Palazzo De Nobili, ma al posto suo risponde per tutti l’avvocato difensore Antonio Lomonaco precisando che non ci “sono dichiarazioni da fare”. Si torna in studio e Giletti chiude lo spazio dedicato alla vicenda mentre Celia lo esorta a non mollare il caso.

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