Non ha retto in dibattimento l’accusa di stalking nei confronti di M. P. , 37 anni, di Catanzaro, imputato per aver minacciato e molestato la sua ex, per futili motivi, per non aver accettato la fine della loro relazione. Il giudice del Tribunale monocratico Maria Cristina Flesca lo ha assolto con formula ampia “perché il fatto non sussiste”, accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Francesco Mancuso. Secondo le ipotesi di accusa il 37enne, da ottobre 2016 al mese di aprile 2017, avrebbe inviato alla sua ex, numerose telefonate e molteplici sms, minacciandola sistematicamente anche di morte, dicendole in un’occasione che l’avrebbe bruciata con la benzina e in un’altra circostanza, brandendo un coltello avrebbe utilizzato l’espressione “un giorno di questi te lo faccio provare”.
Pedinata e minacciata di morte
Pedinata e minacciata di morte
Ne avrebbe controllato i movimenti, le abitudini e le frequentazioni, pedinata nei suoi spostamenti, fingendo quando era a bordo della sua auto di volerla travolgere, girandole continuamente attorno e guardandola con aria di sfida. Avrebbe finanche molestato la madre della sua ex , simulando di andarle addosso con la macchina per investirla, per poi subito dopo tornare sulla carreggiata. Una serie di vessazioni che avrebbero provocato nella donna un grave stato di ansia e di paura per la sua vita, al punto da dover cambiare le sue abitudini di vita, costretta a non frequentare i luoghi dove sarebbe stato possibile incontrarlo e a farsi accompagnare negli spostamenti da parenti o amici, obbligandola infine a trasferirsi nell’abitazione dell’attuale fidanzato a Simeri Crichi. Accuse crollate alla luce del verdetto del giudice. (g. p.)