L’imprenditore Danilo Abramo, preso atto dell’inchiesta giudiziaria pendente innanzi alla Procura della Repubblica di Catanzaro che lo vede tra i soggetti destinatari di un avviso di proroga d’indagine – i cui contenuti e spunti investigativi hanno trovato, per l’ennesima volta, un’illegittima quanto denigratoria eco mediatica – attraverso una nota del proprio legale di fiducia, l’avvocato Valerio Murgano, dichiara la propria totale estraneità ai fatti.
Abramo, per il tramite del suo legale, contesta con fermezza ogni ipotesi di matrice corruttiva a suo carico e, nel contempo, nell’ottica di assoluta trasparenza e collaborazione con gli inquirenti, chiederà nelle prossime ore di essere sentito affinché si possa immediatamente far luce sulla vicenda. “È paradossale che – continua la nota del legale – nonostante la Direttiva europea del 2016 e il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri solo qualche giorno fa – che limita le conferenze stampa di PM e forze dell’ordine “in modo da assicurare, in ogni caso, il diritto dei soggetti coinvolti nelle inchieste a non essere indicati come colpevoli fino a sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili – si assista ancora alla diffusione di atti e contenuti investigativi prima ancora che gli stessi indagati possano conoscere quale sia la condotta di reato a loro addebitata. Probabilmente – conclude l’avvocato Murgano – occorrerebbe far luce anche su questo”.
Abramo, per il tramite del suo legale, contesta con fermezza ogni ipotesi di matrice corruttiva a suo carico e, nel contempo, nell’ottica di assoluta trasparenza e collaborazione con gli inquirenti, chiederà nelle prossime ore di essere sentito affinché si possa immediatamente far luce sulla vicenda. “È paradossale che – continua la nota del legale – nonostante la Direttiva europea del 2016 e il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri solo qualche giorno fa – che limita le conferenze stampa di PM e forze dell’ordine “in modo da assicurare, in ogni caso, il diritto dei soggetti coinvolti nelle inchieste a non essere indicati come colpevoli fino a sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili – si assista ancora alla diffusione di atti e contenuti investigativi prima ancora che gli stessi indagati possano conoscere quale sia la condotta di reato a loro addebitata. Probabilmente – conclude l’avvocato Murgano – occorrerebbe far luce anche su questo”.
La replica
Pur condividendo il principio riportato nel comunicato stampa bisogna sottolineare che Calabria 7 si è attenuta a quanto riportato nell’avviso di proroga delle indagini che, come scritto nell’articolo, non menziona nell’ipotesi di reato né il capo d’imputazione né tanto meno esplicita l’oggetto dell’inchiesta. (LEGGI)