Nuova inchiesta sul Porto di Catanzaro, tre indagati (NOMI)

Si tratta di uno stralcio dell'inchiesta madre che nel 2019 portò al sequestro di circa 40 pontili. Questa volta nel mirino della Procura le irregolarità nella gestione

di Gabriella Passariello- C’è una nuova inchiesta parallela a quella dei pontili del Porto di Catanzaro, affidata ad un pubblico ministero diverso, uno stralcio che nasce dal troncone madre, e che vede indagate tre persone, a vario titolo per abuso di ufficio e falso. Si tratta del funzionario del Comune di Catanzaro Vincenzo Carioti, dell’imprenditore Raul Mellea, legale rappresentante ed amministratore unico della Navylos srl e dell’architetto Andrea Adelchi Ottaviano, quest’ultimo destinatario di una richiesta di misura cautelare interdittiva dalle funzioni di dirigente comunale. Misura cautelare che potrà essere concessa o negata dal gip previo interrogatorio, che si terrà a fine mese. Una nuova inchiesta, di cui è titolare il sostituto procuratore Chiara Bonfadini che però non riguarda una serie di falsi sul verbale di visita e collaudo relativi ai pontili del porto di Catanzaro Lido, che ha portato al sequestro di circa 40 pontili, a cinque avvisi di garanzia e sulla cui vicenda giudiziaria si attende ancora la chiusura delle indagini, ma le presunte irregolarità nella concessione della gestione di quello specchio d’acqua alla Navylos srl.

L’indagine madre

L’indagine madre

Era il mese di luglio del 2019 quando il gip del Tribunale di Catanzaro, esaminate le carte del pm Domenico Assumma, su una serie di falsi nel verbale di visita e collaudo relativi ai pontili del porto di Catanzaro Lido, in cui veniva dichiarato di aver esaminato l’intera documentazione pervenuta dalla ditta installatrice, mentre invece sarebbero stati visionati solo due dei quaranta pontili installati, aveva disposto un decreto di sequestro preventivo, che vale come contestuale avviso si garanzia a carico di cinque persone. Si tratta di Metteo Andreacchio,  Maurizio Benvenuto, di Sellia Marina, Giuseppe De Angelis,  di Piano di Sorrento (Na) Pierpaolo Pullano e Raoul Mellea. Nei loro confronti si ipotizza il reato di falsità ideologica commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità,  mentre Mellea risponde anche di violazione sulle norme sulla navigazione.

Le singole responsabilità

Secondo le ipotesi accusatorie De Angelis, collaudatore del Comune di Catanzaro, settore Patrimonio, provveditorato partecipate, in concorso con Mellea, legale rappresentante  ed amministratore unico della Navylos srl ed Andracchio, direttore dei lavori, avrebbe certificato il collaudo tecnico amministrativo dei pontili su due lotti numeri 1 e 2 dello specchio d’acqua del porto di Catanzaro Lido, attraverso la concessione marittima demaniale  numero 116 dell’11 agosto 2016 e successiva concessione suppletiva rilasciata dal Comune di Catanzaro  alla Navylos srl,  attestando che “ i lavori sono stati eseguiti secondo gli atti, le prescrizioni progettuali e le condizioni contrattuali a regola d’arte,  impiegando materiali che rispondono alle prescrizioni  e alle indicazioni della direzione dei lavori”. In sostanza avrebbe dichiarato il falso nel verbale di visita e collaudo, (sottoscritto anche da Andreacchio e Mellea), mettendo nero su bianco di aver esaminato la documentazione pervenuta  dalla ditta installatrice, corredata di schede tecniche  e certificati collaudi da parte delle case produttrici, laddove in realtà l’unica documentazione esibita dalla Navylos srl e visionata dal collaudatore sarebbe stata quella efferente i soli pontili forniti dalla ditta individuale “Adragna Pontili Trinachia”. Benvenuto, Mellea e Pullano, avrebbero certificato, inoltre, il collaudo del pontile  numero 4  di cui al lotto 1 dello specchio d’acqua del porto di lido  con concessione rilasciata dal Comune di Catanzaro alla Navylos sempre attestando che “ i lavori  sarebbero stati eseguiti  a regola d’arte” , dichiarando il falso nel verbale di visita e collaudo, laddove in realtà gli atti esibiti  dalla Navylos e visionata dal collaudatore avrebbe riguardato i soli moduli per i pontili forniti dalla ditta Trinacria, precisamente 2 su 40 installati. Mellea, inoltre, avrebbe occupato abusivamente mediante il posizionamento di corpi morti per ormeggi pontili  uno spazio demaniale marittimo  di 120 metri quadri non ricompreso nello specchio d’acqua del porto”. Le indagini della Procura di Catanzaro sono scattate in seguito all’esposto del legale rappresentante della Sud Metallica srl, produttrice di 28 dei 40 moduli di pontili galleggianti installati dalla Navylos, nel porto di Lido. Lo stesso ha riferito agli inquirenti di non aver mai consegnato alla società concessionaria la documentazione tecnica necessaria al collaudo delle opere. Le successive indagini della Guardia costiera hanno consentito di trovare riscontri nelle dichiarazioni della parte offesa, facendo emergere il presunto falso nei verbali di visita e di collaudo.

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