I carabinieri del Ris di Messina stanno eseguendo sopralluoghi e rilievi nelle Preserre vibonesi su richiesta della Dda di Catanzaro. L’attività investigativa coordinata dal procuratore Nicola Gratteri è riconducibile alla raccolta di nuovi elementi per fare chiarezza sull’omicidio del 23enne Bruno Lazzaro, ucciso il 4 marzo 2018 a Sorianello, in località Savini dove oggi stanno operando i tecnici del Reparto investigazioni scientifiche competente supportati dai militari della Compagnia di Serra San Bruno e del Comando provinciale di Vibo Valentia. Il giovane fu accoltellato a morte con una lama da 11 centimetri. Le ferite riportate non gli diedero scampo. Il cugino 19enne, Gaetano Muller, che inizialmente aveva affermato come Bruno fosse vittima di un violento litigio tra rumeni, dopo 9 mesi raccontò al gip di essere l’autore dell’eccidio. Disse di aver agito per gelosia, in quanto convinto che Bruno intrattenesse una relazione con una sua ex, una ragazzina di una famiglia legata al clan Emanuele. Una volta colpito il cugino all’addome lo avrebbe accompagnato, non in ospedale, ma a casa dei genitori della ragazza oggetto della contesa. A giugno del 2020 la Corte d’Appello di Catanzaro lo ha condannato a 16 anni di reclusione, dimezzando la pena di 30 anni inflitta dal Tribunale di Vibo Valentia. Non si esclude che le ulteriori indagini in corso possano far emergere scenari della vicenda finora taciuti collegati agli ambienti ‘ndranghetistici.
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