Non si fermano le indagini della Squadra Mobile di Crotone anche in contesti apparentemente ormai “chiusi”. Lo scorso febbraio veniva lanciata la notizia dell’operazione “Golgota” all’esito della quale, su richiesta della Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro, veniva data esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 36 esponenti di spicco delle cosche degli Arena-Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto e dei Mannolo, appartenenti al ceppo cosiddetto dei “pecorari” operanti sul territorio di San Leonardo di Cutro, accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi e munizioni nonché associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. “La struttura interna delle cosche di ‘ndrangheta – spiega una nota della Questura – posa le sue fondamenta su legami familiari e vincoli di sangue, ed è da lì che la Squadra Mobile di Crotone ha continuato a indagare una volta conclusasi la parte centrale dell’indagine per sviscerare alcuni aspetti rimasti solo momentaneamente ‘in sospeso’.
Nuovi arresti
Nuovi arresti
Il prosieguo delle indagini ha approfondito il ceppo “Cicala” della cosca Arena e, all’esito delle verifiche, nella giornata del 30 aprile il personale della Squadra Mobile di Crotone, coadiuvato dalla Squadra Mobile di Verona, ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere ed una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti, rispettivamente, dei due coniugi di Cutro: G.P., 46 anni; e C.S., 53 anni, già detenuto in carcere, entrambi indagati per le ipotesi di reato di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e ricettazione in concorso.
Sequestrati quattro immobili
È stato disposto il sequestro preventivo di 4 immobili, siti nel comune di Cutro (frazione San Leonardo)), a carico di T. M., crotonese di 31 anni, anche lui già detenuto. Le risultanze investigative hanno fatto emergere concreti elementi che, oltre a suffragare ulteriormente la natura associativa del gruppo Arena-Nicoscia hanno disvelato la figura del T.M. che, in qualità di nipote acquisito del capo cosca degli Arena, si occupava degli interessi della famiglia del C.P. in sua assenza poiché detenuto. Difatti, il T.M. forniva supporto economico alla moglie del detenuto, provvedendo alle sue necessità con 3000 euro al mese, pagandole le spese processuali, gestendo i rapporti con i difensori del marito e facendole da autista all’occorrenza. Non da ultimo, l’uomo avrebbe addirittura acquistato all’asta quattro immobili nel comune di Cutro per conto della famiglia di cui era “curatore”, essendo facilitato all’epoca dei fatti dalla mancanza di precedenti penali che gli consentivano di agire indisturbatamente, eludendo eventuali misure di prevenzione patrimoniale. Gli immobili in questione sono stati naturalmente posti sotto sequestro. Così, con un rapido colpo di coda, l’operazione “Golgota” continua a destabilizzare le cosche di ‘ndrangheta insistenti sul territorio, sugellando un altro successo della Squadra Mobile di Crotone.