Da lunedì 8 marzo oltre 6 milioni di studenti potrebbero seguire le lezioni da casa, se i governatori regionali disporranno la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. È la conseguenza di quanto disposto dal nuovo Dpcm in vigore dal prossimo 6 marzo. La proiezione del numero di alunni costretti alla didattica a distanza potrebbe portare, quindi, a un raddoppio rispetto agli oltre 3 milioni di alunni che dallo scorso 1° marzo risultano in Dad.
Il premier Mario Draghi ha firmato, infatti, il nuovo Dpcm anti-Covid, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Tra le novità, spicca proprio la stretta sulla scuola: il Governo recepisce le indicazioni del Cts e chiude tutti gli istituti in zona rossa e dà la facoltà nelle altre aree ad alto rischio di interrompere la didattica in presenza se, a livello locale, si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti (oltre a ‘presenza certificata di casi da variante’ o ‘incremento improvviso di contagi nell’ultima settimana’), a prescindere dal colore delle zone. Nelle zone gialle e arancioni, quindi, la decisione spetta a governatori e sindaci.
Il premier Mario Draghi ha firmato, infatti, il nuovo Dpcm anti-Covid, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Tra le novità, spicca proprio la stretta sulla scuola: il Governo recepisce le indicazioni del Cts e chiude tutti gli istituti in zona rossa e dà la facoltà nelle altre aree ad alto rischio di interrompere la didattica in presenza se, a livello locale, si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti (oltre a ‘presenza certificata di casi da variante’ o ‘incremento improvviso di contagi nell’ultima settimana’), a prescindere dal colore delle zone. Nelle zone gialle e arancioni, quindi, la decisione spetta a governatori e sindaci.