Il cacciatore di latitanti di ‘ndrangheta diventa consulente della Commissione Antimafia

Nuovo incarico per il responsabile della Sezione di pg dei carabinieri della Procura di Catanzaro il tenente colonnello Gerardo Lardieri
Il colonnello Lardieri in Antimafia: "I messaggi dei latitanti tramite le canzoni"

di Gabriella Passariello- Un nuovo incarico per il tenente colonnello Gerardo Lardieri, avellinese di nascita e calabrese di adozione, comandante della Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catanzaro. La Commissione parlamentare Antimafia, presieduta dal senatore Nicola Morra lo ha nominato consulente a tempo parziale e a titolo gratuito. L’organismo potrà avvalersi della grande esperienza maturata sul campo dall’investigatore, noto per aver catturato 14 dei 30 latitanti più pericolosi in campo nazionale e che lo ha visto in prima linea a stretto contatto con la Dda, in tante operazioni condotte in Calabria: da “Pettirosso” contro la cosca Bellocco di Rosarno a “Meta”, il blitz che ha inferto un duro colpo alle famiglie di ‘ndrangheta della città sullo Stretto e provincia, all’operazione Galassia contro le ‘ndrine della provincia di Cosenza e Crotone, all’inchiesta Nostromo, sgominando un traffico di droga facente capo alla famiglia Coluccio di Gioiosa Jonica.

Da Cosa Nostra alla ‘ndrangheta: le mille battaglie di Lardieri

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La carriera del tenente colonnello è iniziata trentasei anni fa, operando prima in Sicilia contro Cosa Nostra al nucleo investigativo di Partinico e Monreale, poi comandante della Stazione dei carabinieri di San Ferdinando a Rosarno in sostituzione del brigadiere Antonio Marino, freddato dalla ‘ndrangheta in un attentato a Bovalino, per passare al Ros di Catanzaro, al Reparto operativo speciale di Reggio, al Noe del capoluogo di regione calabrese e infine responsabile della sezione di pg dei carabinieri della Procura del capoluogo calabrese. Uno degli investigatori di punta del pool antimafia del procuratore capo Nicola Gratteri, con cui ha condotto tra le numerose indagini, quella sull’arresto del maresciallo Carmine Greco, correlata all’inchiesta che ha portato al trasferimento a Potenza dell’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla.

Dalla cattura del “Supremo” ad esperto dell’Antimafia

Un mestiere, che il tenente colonello ha sempre vissuto come una missione per contrastare la criminalità organizzata, esigendo il rispetto delle regole, con la freddezza che occorre in situazioni come quella che ha vissuto durante la cattura di Gregorio Bellocco, operata con i carabinieri del Gis (Gruppo intervento speciale) e con i cacciatori della Calabria, utilizzando l’esplosivo per far saltare la botola del bunker dove si nascondeva il latitante, o quando ha dovuto inserire, insieme ai colleghi, un dispositivo satellitare all’interno del casco del genero del latitante Pasquale Condello, il Supremo, il capo della ‘ndrangheta e grazie al quale ne fu possibile la cattura. Un bagaglio di conoscenze vissute  sempre in prima linea, acquisite nel tempo e che adesso metterà a disposizione della Commissione parlamentare Antimafia, fornendo il suo prezioso contributo sia quale profondo conoscitore della ‘ndrangheta che di Cosa Nostra.

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