Nuovo ospedale di Vibo, sprecato un ventennio. Ora tre anni per salvare la faccia ma manca progetto esecutivo

Simbolo di inefficienze e malgoverno, un nuovo rilancio con la consegna dei lavori per le opere complementari. Occhiuto si gioca la sua credibilità

Quell’immagine un po’ sfocata del 2004 resta lì, impressa nella memoria come un triste presagio. Ora fa il paio con un’altra immagine che, si spera, al contrario, possa rappresentare un punto di svolta. La località e la situazione sono identiche. Cambiano i protagonisti. Nel 2004 si posava in contrada Cocari di Vibo Valentia la prima pietra del nuovo ospedale e di quell’evento, a distanza di quasi 20 anni, resta solo quella foto. Ormai un simbolo di un’eterna promessa irrealizzata, dell’irredimibile arretratezza di un territorio, dell’inaffidabilità della classe politica. Nel mentre la sanità vibonese, appesa a quella speranza, andava impoverendosi sempre di più. Fino allo stremo. Oggi, anno del Signore 2023, nuovi attori si alternano sulla “scena del delitto”. Saranno memori – la domanda – di ciò che è avvenuto, o meglio non avvenuto, in questi 19 anni o anche loro saranno destinati ad aggiungersi alla grottesca galleria delle passerelle senza costrutto?

“Questa sarà la volta buona”

“Questa sarà la volta buona”

A giudicare dalle affermazioni perentorie di chi ha preso parte all’ultima cerimonia di consegna dei lavori – svoltasi mercoledì pomeriggio – ci sarebbe da stare sereni. Sia la parte politica che quella tecnica si sono dette concordi su un punto: “questa sarà la volta buona”. Dopo quasi 20 anni di intoppi, problemi idrogeologici sul sito, inchieste giudiziarie, intimidazioni e lungaggini, c’è quindi il via libera formale per l’avvio del cantiere. Le parti hanno firmato. È vero, manca un elemento non da poco: la progettazione esecutiva dell’opera. Ma anche su questo fronte sono giunte rassicurazioni.

Al via le sole opere complementari

Si perché la consegna dei lavori, in questa prima fase, prevede che la Vibo Hospital Service, l’associazione temporanea di imprese incaricata dalla Regione Calabria di realizzare l’opera da 190 milioni di euro, avvii il primo stralcio relativo alle opere complementari alla struttura stessa. Vale a dire regimentazione delle acque, movimento terra, opere di sostegno delle terre, opere idrauliche necessarie a mettere in sicurezza il Fosso Calzona.

Inizio tra un mese, fine tra 415 giorni

Tali interventi prenderanno però il via non prima di un mese, il tempo necessario al rilascio della prescrizione da parte dell’Autorità di bacino per l’installazione di un sistema di monitoraggio pluviometrico, necessario a testare l’area dal punto della portata delle precipitazioni. Solo allora partiranno le opere complementari che dovranno chiudersi entro 415 giorni, vale a dire un anno e due mesi. Nel giro di un paio di mesi – hanno assicurato invece i dirigenti regionali Domenico Pallaria e Pasquale Gidaro – arriverà la progettazione esecutiva del complesso ospedaliero vero e proprio e i relativi lavori potranno prendere il via in concomitanza con quelli già in corso.

In tre anni il nuovo ospedale

“Il tutto si concluderà nell’arco di tre anni a partire da oggi” hanno sancito gli interessati, specificando che “non ci sono problemi finanziari”. Dal Rup Gidaro anche la precisazione che il progetto esecutivo, “per evitare varianti e aggiustamenti”, ha già definito “i contenuti di carattere sanitario adeguati a tutte le normative sopravvenute. È un progetto attuale, all’avanguardia, che proietterà la sanità di Vibo verso una realtà ben diversa da quella attuale”.

Esorcizzare i fantasmi del passato

Dunque tutto bene? La strada è tracciata. Le presenze istituzionali in occasione della firma dell’accordo trasmettono affidabilità e sicurezza. Tuttavia le insidie sono sempre dietro l’angolo e, non a caso, le dichiarazioni della politica, prima di tutto, sembrano tradire la voglia di esorcizzare gli spettri degli anni passati. “Non vogliamo ricordare i tanti intoppi del passato, anzi li vogliamo rimuovere – ha detto la sindaca di Vibo Maria Limardo -. Vogliamo guardare al futuro, non con speranza ma con la certezza data dalle parole del presidente Occhiuto che ha garantito vigilanza sui tempi di realizzazione dell’opera nell’arco dei tre anni. Speriamo… oggi è una bella giornata”.

Occhiuto non c’era ma a Vibo si gioca la faccia

Ed è proprio il governatore, commissario regionale alla Sanità, che su questo capitolo vibonese, fino ad ieri emblema di malgoverno e inefficienze, si gioca la faccia e una partita di credibilità non indifferente. Nella strategia da decisionista impostata tutta all’attacco che ha adottato per rimettere in piedi il comparto sanitario, quello dell’ospedale di Vibo è un obiettivo troppo importante, specie sul piano simbolico e politico, per rischiare di fallire. Tenere il punto, vigilare come ha promesso, allontanare ogni possibile intoppo di natura burocratica ed economica, ogni interferenza ambientale e criminale per chiudere con successo l’operazione, dovrà quindi essere il suo mantra per i prossimi tre anni. Altrimenti anche la cerimonia di mercoledì, dalla quale si è prudentemente tenuto lontano mandando un messaggio ai convenuti, andrà ad aggiungersi alla galleria dei fallimenti della politica. (m. s.) 

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