Ancora un rogo mortale nella baraccopoli di San Ferdinando, nel Reggino. Nella notte un incendio si è propagato tra decine di baracche e tende, generato verosimilmente da un fuoco accesso per riscaldarsi dal freddo. La vittima, Ba Moussa , senegalese di 29 anni, aveva il permesso di soggiorno scaduto.
Una settantina i migranti rimasti senza dimora. È ancora una volta un incendio a creare morte e paura tra i migranti lavoratori della Piana, che da anni lamentano condizioni disumane.
Una settantina i migranti rimasti senza dimora. È ancora una volta un incendio a creare morte e paura tra i migranti lavoratori della Piana, che da anni lamentano condizioni disumane.
Questa mattina nuovo vertice in Prefettura.
“L’intervento delle forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco e’ stato immediato ed ha scongiurato conseguenze più gravi”.
Lo ha detto all’Agi il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, che stamane, nel piccolo centro della piana di Gioia Tauro ha tenuto una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, ha sottolineato che nelle immediate vicinanze del campo si trova un presidio dei pompieri, attivato su sua disposizione dopo i precedenti episodi che hanno causato la morte di altre due persone nell’accampamento. Questo ha permesso che le fiamme fossero fermate prima di estendersi ulteriormente. Quindici le baracche distrutte dal fuoco.
Il prefetto e le forze di polizia sono ora a Gioia Tauro, dove sono in corso incontri con sindacati ed associazioni.
“L’obiettivo – spiega il prefetto – e’ la completa attuazione di quanto concordato in prefettura con il coinvolgimento della Regione e di altri enti, e cioè l’accoglienza diffusa dei migranti con il definitivo superamento della baraccopoli. Abbiamo già trasferito 15 famiglie rimaste senza tetto”.
Sul fronte delle indagini, non si esclude che il rogo sia stato provocato da un fuoco acceso da qualcuno per riscaldarsi, ma al momento gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Nella piana di Gioia Tauro lavorano come bracciati centinaia di migranti, molti dei quali trovano un alloggio precario nella baraccopoli.
(Foto Ansa)