“E’ solo un primo passo, ma il bilancio è positivo e riteniamo che il prossimo anno lo sia ancora di più”. Queste le parole del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, alla conferenza stampa di presentazione del report scientifico dei dati, fino al mese in corso, sulle attività di monitoraggio e repressione sul sistema depurativo lungo la costa tirrenica calabrese, tra Tortora e Nicotera.
Il resoconto
Il resoconto
Il resoconto è avvenuto stamani al porto di Vibo Marina sulla nave della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Amendolara, guidata dal biologo marino Silvio Greco, alla presenza dei procuratori di Vibo e Lamezia, Camillo Falvo e Salvatore Curcio, del funzionario regionale Siviglia e del comandante della capitaneria di porto di Vibo, Luigi Spalluto con cui è stata stipulata una convenzione prima dell’estate appena trascorsa. In Italia non è mai stato eseguito uno studio di questo tipo e pertanto “è merito della Regione che ha finanziato le spese e delle Procure che ci hanno dato una mano fondamentale”, ha affermato Greco annunciando che la Stazione Zoologica avrà una nuova nave e un batiscafo in grado di arrivare a 5mila metri di profondità.
Il piano di campionamento lungo le coste e nell’entroterra per analizzare e identificare le criticità del sistema depurativo ha visto gli esperti lavorare lungo due matrici: il campionamento dell’acqua e dei sedimenti che rappresentano, in quest’ultimo caso, “la vera memoria storica del mare, con tracce rinvenibili anche a 600 anni di distanza”.
I parametri microbiologici
I parametri microbiologici principali presi in considerazione sono stati i “Coliformi totali”, “Coliformi fecali”, “Streptococchi fecali” e ricerca di “Escherichia Coli” e “Vibrio”. Le indagini hanno portato a rinvenire marcate tracce di insetticida frutto di agricoltura di tipo industriale che “crea ingenti danni agli ecosistemi – ha aggiunto Greco – in quanto la monocoltura impoverisce i terreni e pertanto tutte le sostanze poi le rinveniamo in mare”.
A supporto dei controlli della Stazione Zoologica la Guardia di finanza che ha messo a disposizione un termoscanner in grado di individuare una serie di situazioni che non si sarebbero mai rinvenute con le tecniche tradizionali; i carabinieri forestali hanno poi effettuato i campionamenti a terra, mentre la Guardia costiera in mare. In tutto hanno operato 25 tra tecnici, tecnologi, ricercatori della Stazione “Anton Dohrn”, in collaborazione con la sede territoriale di Messina, col supporto di “Ambiente Lab” e l’utilizzo dell’imbarcazione scientifica della Stazione stessa, equipaggiata con un Rov.
“Un dato preoccupante”
“In Calabria – ha proseguito Greco – vi sono 14 Siti di interesse comunitario (Sic) e sono state campionate ben 643 aree; il 26% presentano una contaminazione chimica ma non è una percentuale elevata, quelle da contaminazione microbiologica sono invece il 47% e questo è un dato preoccupante”.
Tra l’altro “su 17 siti campionati nei quali pensavamo potesse esserci qualcosa di sospetto, in 10 abbiamo trovato sostanze 10 volte superiore al limite consentito” e a giudizio del biologo marino è determinato da un fattore “non calabrese ma potrebbe essere dovuto al traffico illecito di rifiuti industriali come il manganese”. Allo stesso tempo “abbiamo rinvenuto molte condotte che scaricano nei pressi dei Sic, col rischio di contaminazione degli stessi”. Greco, infine, ha chiesto ai presenti, ognuno per il proprio ruolo, di “non sottovalutare l’aumento costi energia elettrica in quanto qualcuno potrebbe accentuare l’abitudine malsana di non far passare i liquami per i depuratori e, quindi, scaricarli tutti a mare”.
Il merito delle Procure
Per il presidente della Regione, Roberto Occhiuto il risultato raggiunto è stato possibile “grazie al prezioso contributo del dottor Greco con cui è stata fatta un’operazione verità su qualità del nostro mare. Ma attenzione a pensare che i problemi li abbia solo il mare della Calabria, in quanto sicuramente ci sono situazioni peggiori in altre regioni. Noi abbiamo avuto il merito di fare questo lavoro grazie alle competenze scientifiche della Stazione”.
Occhiuto ha dato ampio merito alle Procure di Vibo e Lamezia in quanto “se interviene la Regione è perché è suo dovere, e lo stesso vale per la Stazione sotto l’aspetto scientifico, ma le Procure, in questo contesto, hanno fatto anche più di quanto fosse loro richiesto e l’aspetto più importante è stato stimolare gli altri livelli istituzionali a lavorare in maniera sinergica. Mai i sindaci della Calabria sono stati tanto attenti ai temi della depurazione”.
A metà dell’opera
Per il governatore regionale si “è riusciti ad ottenere un risultato del 40-50% e questo rappresenta il massimo possibile nel primo anno di attività, ciò non di meno il tema della depurazione non è stato così attuale come ora perché abbiamo cominciato a radicare tale coscienza tra la gente, mentre prima non era mai un valore per chi costruisce civili abitazioni o per chi realizza attività economiche. Tanti nostri agglomerati urbani, inoltre, non sono collettati, quindi anche se mettessimo in funzione tutti i depuratori, e tuttavia siamo impegnati a farlo, avremo comunque ancora molti scarichi a mare. Anche sui fiumi abbiamo fatto molto – ha aggiunto Occhiuto – grazie a Calabria verde, conducendo un’attività importante sulla pulizia degli alvei e non solo”.
Ad ogni modo, in linee generali, a parere del presidente della Giunta regionale “bisogna rifondare la depurazione perché vi sono più depuratori di quelli esistenti in altre regioni ma costruiti al di fuori di una logica generale di sistema”; quindi quello che deve essere, a giudizio del governatore, il ruolo di Sorical: “ Oggi vorrei diventasse soggetto gestore degli impianti e che si potessero velocizzare gli iter per le spese per la depurazione che non sono mai state impiegate; da parte sua la Regione metterà la disponibilità ad investirne altre orientandole su questo campo e sull’idrico”. (f.p.)