Un sequestro da oltre 250 milioni di euro, un’ordinanza di custodia cautelare che coinvolge 56 persone (42 in carcere, 14 ai domiciliari), 78 indagati complessivi. Sono i numeri dell’operazione denominata in codice Olimpo” con la quale questa mattina la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha inferto un altro duro colpo alla ‘ndrangheta vibonese. Il blitz messo a segno dalla Squadra mobile della Questura di Vibo Valentia ha permesso di smantellare un presunto sodalizio criminale composto dalle principali ‘ndrine della provincia di Vibo che avevano messo le mani sulle floride attività turistiche della costa tirrenica. In diretta dalla Procura di Catanzaro la conferenza stampa con la quale Nicola Gratteri illustra i dettagli dell’inchiesta odierna alla presenza del Direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina.
Un sequestro da oltre 250 milioni di euro, un’ordinanza di custodia cautelare che coinvolge 56 persone (42 in carcere, 14 ai domiciliari), 78 indagati complessivi. Sono i numeri dell’operazione denominata in codice Olimpo” con la quale questa mattina la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha inferto un altro duro colpo alla ‘ndrangheta vibonese. Il blitz messo a segno dalla Squadra mobile della Questura di Vibo Valentia ha permesso di smantellare un presunto sodalizio criminale composto dalle principali ‘ndrine della provincia di Vibo che avevano messo le mani sulle floride attività turistiche della costa tirrenica. In diretta dalla Procura di Catanzaro la conferenza stampa con la quale Nicola Gratteri illustra i dettagli dell’inchiesta odierna alla presenza del Direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e traffico di influenze illecite, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine agricole, aggravate dalla transnazionalità e dall’agevolazione mafiosa.
“Ndrangheta di Serie A”
“L’operazione dimostra lo strapotere delle cosche ma anche la presenza dello Stato, la capacità della Procura distrettuale di Catanzaro e della Polizia di Stato a contrastare questo strapotere”. Così il procuratore Gratteri a margine della conferenza stampa sull’operazione odierna. “L’indagine di oggi – aggiunge il magistrato – è importantissima, non solo per il numero degli arrestati (56) ma, soprattutto, per il livello probatorio. Siamo riusciti, attraverso intercettazioni di vario tipo, ad acquisire prove dirette dalla voce degli attori protagonisti dove ci sono richieste estorsive anche da 20mila euro al mese. Stiamo parlando di un’organizzazione mafiosa di ‘ndrangheta di Serie A, dal nostro punto di vista, che controllava tutta l’attività turistica di Tropea e dei paesi limitrofi e l’indotto di questi esercizi. Con connessioni che portano fino alla Germania dove, attraverso la compiacenza anche di enti pubblici, che ha consentito e facilitato questo business, questo affare, ad ottenere contributi provenienti dalla Comunità europea”.
“Abbiamo fatto una rivoluzione”
“Non è semplice – spiega il procuratore in merito alle presunte mancate denunce – di fronte a questo tipo di ‘ndrangheta. Dobbiamo ancora fare passi avanti su questo aspetto, passi importanti ma io sono fiducioso. Per chi segue la cronaca dal 2016 ad oggi mi pare di potere dire che abbiamo fatto una rivoluzione, soprattutto nel distretto di Vibo, ma anche in quello di Crotone. Passando per Cosenza dove, meno di due mesi fa, abbiamo arrestato 202 persone con Polizia e Carabinieri. Nella stessa Catanzaro, l’isola felice in cui non accadeva nulla, mi pare che abbiamo fatto cose importanti. Ce la stiamo mettendo tutta e – continua Nicola Gratteri – questo miracolo è stato possibile perché siamo stati credibili dall’inizio, perché i vertici delle forze dell’ordine ci hanno dato credito e ci hanno mandato gente in gamba. La presenza del prefetto Messina dimostra ciò, altrimenti non sarebbe venuto”.
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