Riesame-bis per i fratelli Francescantonio ed Emanuele Stillitani arrestati dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia nell’ambito dell’inchiesta antimafia coordinata dalla Dda di Catanzaro, nome in codice Olimpo. Così ha deciso la sesta sezione penale della Corte di Cassazione in accoglimento del ricorso presentato dal pool di magistrati guidati dal procuratore Nicola Gratteri. I giudici della Suprema corte hanno infatti ribaltato quanto deciso dal Tribunale del Riesame di Catanzaro che aveva cancellato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere disponendo l’annullamento con rinvio. Toccherà dunque a un’altra sezione del Tdl pronunciarsi sulle esigenze cautelari dei due imprenditori di Pizzo.
L’ipotesi accusatoria: tentata estorsione aggravata
L’ipotesi accusatoria: tentata estorsione aggravata
Francescantonio Stillitani è difeso dagli avvocati Vincenzo Gennaro e Vincenzo Comi mentre Emanuele Stillitani è rappresentato dagli avvocati Vincenzo Ioppoli e Michele Andreano. Entrambi sono accusati di estorsione aggravata in concorso con altri due indagati, Saverio Prostamo e Salvatore Muggeri. Secondo l’ipotesi accusatoria della Dda di Catanzaro avrebbero costretto il direttore pro tempo del Tui Magic Life di Pizzo ad assumere a tempo indeterminato Prostamo e Muggeri quali dipendenti della struttura con mansioni di guardiani. Il gip aveva disposto nei confronti degli Stillitani l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un primo ricorso al Tribunale del Riesame aveva tuttavia annullato il provvedimento e rimesso in libertà i due indagati. La loro posizione torna adesso in bilico dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione a parziale accoglimento dell’istanza presentata dalla Dda di Catanzaro che punta a rimandare in carcere Francescantonio ed Emanuele Stillitani, già imputati (a piede libero) nel filone principale del processo “Imponimento” contro il clan Anello di Filadelfia.